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Pubblicato il 07/08/2014 15:03

Nascono meno imprese in Abruzzo

abruzzo, imprese, istat

Dati Istat

Nel 2012 il tasso di natalità di impresa a livello nazionale è cresciuto rispetto al 2011 (+0,3 punti percentuali). L'aumento della natalità riguarda tutte le ripartizioni territoriali: è più marcato nel Centro e Sud-Isole (+0,5 punti percentuali), meno al Nord (+0,1 punti percentuali). Lo rende noto l'Istat. A livello regionale gli aumenti più significativi si registrano in Campania (+1,0%), Lazio e Sicilia (+0,7%), Basilicata e Calabria (+0,6%). La natalità è invece in calo in Abruzzo (-1,5 punti percentuali: dove dopo il boom del 2011 si ritorna su valori simili agli anni precedenti), in Friuli-Venezia Giulia (-0,3 punti percentuali) e nella provincia autonoma di Trento (-0,1 punti percentuali). Quest'ultima provincia presenta anche il tasso di natalità più basso, 4,8%. I tassi di mortalità per regione riferiti al 2012 presentano differenze poco significative rispetto all'anno precedente e comunque al massimo pari a mezzo punto percentuale. Nel 2012 il turnover netto risulta negativo in tutte le regioni, con valori massimi per Friuli-Venezia Giulia e Sardegna (-1,7%) e minimi per Campania (-0,4%) e Puglia (-0,5%). 

Sono circa 275 mila le imprese nate nel 2012, circa 10.700 imprese in più rispetto all'anno precedente, pari a un tasso di natalità si attesta al 7,0%. Sono oltre 316 mila le imprese che hanno cessato la loro attività, con un tasso di mortalità totale invariato rispetto al 2011 (8%). Lo rileva l'Istat, nello sudio sulla demografia d'impresa nel periodo 2007-2012, precisando che per il quinto anno consecutivo il saldo tra nascite e cessazioni (tasso netto di turnover) presenta un valore negativo (-1% rispetto al -1,3 del 2011). Nel dettaglio dei comparti, le Costruzioni presentano il più elevato saldo negativo (-3,0%). Per il quinto anno consecutivo il saldo tra nascite e cessazioni (tasso netto di turnover) presenta un valore negativo (-1% rispetto al -1,3 del 2011). Nel dettaglio dei comparti, le Costruzioni presentano il più elevato saldo negativo (-3,0%). 

 Centro e Sud e Isole sono le ripartizioni che presentano i tassi di natalità più alti (rispettivamente 7,5% e 8,4%) mentre le regioni del Nord-ovest e del Nord-est presentano tassi di natalità inferiori alla media nazionale. Come nel 2011, anche nel 2012 continua ad aumentare la natalità delle imprese senza dipendenti, mentre diminuisce la natalità delle imprese con dipendenti. Il tasso di mortalità è in lieve diminuzione nei comparti delle Costruzioni e del Commercio (rispettivamente di -0,2 e -0,1 punti percentuali). Nell'Industria in senso stretto e nei Altri Servizi, invece, aumenta di 0,2 punti percentuali. 

Nel 2012 continua a ridursi la percentuale delle imprese che sopravvivono ad un anno dalla nascita. E', infatti, in attività l'81,1% delle imprese nate nell'anno precedente; nel 2011 sopravvivevano l'83,1% delle imprese nate nel 2010. Nel comparto del Commercio si registra il calo più elevato del tasso di sopravvivenza ad un anno (dall'84,4% all'81,1%). Seguono gli Altri Servizi (dall'82,7% all'80,8%) e l'Industria in senso stretto (dall'88,4% all'86,9%). Per le Costruzioni il calo è di -0,9 punti percentuali (da 79,9% a 79%). Le imprese che sopravvivono registrano nei primi due anni di attività uno sviluppo delle loro dimensioni. La dimensione media delle imprese nate nel 2010 e ancora attive a due anni dalla nascita è aumentata, passando da 1,4 a 2,3 addetti medi complessivamente. Tali imprese occupano circa 438 mila addetti, contro i 374 mila dell'anno di nascita; l'incremento di occupazione è quindi pari al 17%. Tutti i macro-settori di attività economica presentano nel primo biennio di attività un guadagno occupazionale rispetto all'anno di nascita che va da un minimo dell'1,6% delle Costruzioni ad un massimo del 50,8% dell'Industria in senso stretto

In Italia, nell'Industria in senso stretto e negli Altri Servizi, invece, aumenta di 0,2 punti percentuali. Nel 2012 continua a ridursi la percentuale delle imprese che sopravvivono ad un anno dalla nascita. E', infatti, in attivita' l'81,1% delle imprese nate nell'anno precedente; nel 2011 sopravvivevano l'83,1% delle imprese nate nel 2010. Nel comparto del Commercio si registra il calo piu' elevato del tasso di sopravvivenza ad un anno (dall'84,4% all'81,1%). Seguono gli Altri Servizi (dall'82,7% all'80,8%) e l'Industria in senso stretto (dall'88,4% all'86,9%). Per le Costruzioni il calo e' di -0,9 punti percentuali (da 79,9% a 79%). Le imprese che sopravvivono registrano nei primi due anni di attivita' uno sviluppo delle loro dimensioni. La dimensione media delle imprese nate nel 2010 e ancora attive a due anni dalla nascita e' aumentata, passando da 1,4 a 2,3 addetti medi complessivamente. Tali imprese occupano circa 438 mila addetti, contro i 374 mila dell'anno di nascita; l'incremento di occupazione e' quindi pari al 17%. Tutti i macro-settori di attivita' economica presentano nel primo biennio di attivita' un guadagno occupazionale rispetto all'anno di nascita che va da un minimo dell'1,6% delle Costruzioni ad un massimo del 50,8% dell'Industria in senso stretto.

Le imprese nate nel 2010, a 24 mesi dalla nascita occupano nel 2012 circa 438 mila addetti, contro i 374 mila che le stesse assorbivano nell'anno di nascita. Ciò determina una crescita di occupazione del 17%. Ponendo uguale a 100 l'occupazione totale registrata nel 2010 nella coorte di imprese nate in quell'anno, si nota che le imprese operanti nell'Industria in senso stretto e ancora attive nel 2012 presentano per tale anno un indice pari a 151. Lo rende noto l'Istat. Questo valore può essere scisso in due componenti: gli occupati presenti alla nascita mantenuti dalle sopravvissute (pari a 83) e quelli assunti in seguito al loro sviluppo, ossia la creazione di nuovi posti di lavoro (pari a 68). Il comparto dell'Industria in senso stretto è quello con la crescita occupazionale più elevata rispetto alla nascita (+50,8%). I settori degli Altri servizi e del Commercio invece, pur mostrando nei due anni un andamento crescente, hanno valori più bassi sia degli occupati mantenuti dalle imprese sopravvissute (rispettivamente 76 e 74), sia dei nuovi posti di lavoro creati dalle imprese che sopravvivono (che comunque crescono nei due anni da 39 a 40 e da 35 a 41). Complessivamente nei due settori si ha un guadagno occupazionale rispettivamente del 15,8% e del 14,6%. Il settore delle Costruzioni è caratterizzato dai valori più bassi e in calo di creazione nuovi posti di lavoro (da 36 a 32), appena sufficienti a compensare la perdita occupazione del 30%, per un saldo complessivo di +1,6%. 

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