Per il settimo anno consecutivo il settore delle costruzioni mostra il segno meno. La massa salari movimentata all'interno degli enti bilaterali di settore e' diminuita di oltre l'8% rispetto all'anno precedente, raggiungendo il punto piu' basso mai toccato negli ultimi 15 anni e perdendo il 55% di salari rispetto al periodo pre-crisi. Simile sorte, dopo sette anni di crisi, e' toccata agli addetti, che sono passati da 5700 a 3000 ed alle imprese passate da 1250 a 700; solo rispetto al passato anno le imprese edili sono calate del 14% ed i lavoratori del 10%. Lo rileva la Filca Cisl Teramo. "L'edilizia in provincia di Teramo esprime una massa salari reale del 65% piu' bassa del periodo pre-crisi, per una provincia che si e' sempre sostenuta attraverso l'edilizia privata, oggi ferma come e di piu' di quella pubblica - spiega il segretario generale, Giancarlo De Sanctis. Si diceva che il cantiere della ricostruzione dell'Aquila avrebbe impiegato almeno 30.000 lavoratori, ossia tutti i lavoratori edili d'Abruzzo; di fatto i lavoratori iscritti negli enti bilaterali del capoluogo non arrivano a 10000 ed hanno un ricambio altissimo con conseguenti brevi permanenze negli enti. Nonostante cio', il 23% delle nostre imprese lavora a L'Aquila. Dall'incrocio dei dati (DPL, Inps e Istat) emerge un sommerso che riguarda il 33% dei lavoratori attraverso il lavoro nero o l'utilizzo di false forme contrattuali come il finto part-time, le finte partite iva, le finte collaborazioni piuttosto che contratti a chiamata o voucher; insomma, chi piu' ne ha piu' metta nel far west di quella pochissima edilizia rimasta che ormai premia gli irregolari a discapito delle imprese serie e rispettose delle regole. Altro dato interessante e' l'effetto avuto sul territorio teramano da quello che da anni e' definito il 'piu' grande cantiere d'Europa', purtroppo solo nella mente dei politicanti che sulle macerie della distruzione naturale hanno costruito le loro scalate al potere".
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