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Pubblicato il 11/03/2013 12:12

Imprese, stretta al credito

imprese, credito, confartigianato

Confartigianato ha analizzato la dinamica del credito fino al 2012, rilevando un calo del 6,4% rispetto a dicembre 2011. Dati negativi rilevati anche dalla Cna

Strada sempre piu' in salita per le aziende abruzzesi, segnate da una stretta del credito senza precedenti che affossa soprattutto le piccole e medie imprese della nostra regione. A risentire maggiormente delle misure sempre piu' restrittive da parte delle banche sono le imprese con meno di 20 addetti, in particolare quelle del settore manifatturiero che, piu' di tutte le altre, hanno visto crescere i tassi di interesse rispetto al dicembre 2011.

A misurare il difficile rapporto delle piccole imprese con il sistema bancario e con i prestiti è uno studio di Confartigianato, che ha analizzato la dinamica del credito fino a dicembre 2012 sulla base dei dati della Base pubblica informativa della Banca d'Italia. Dal rapporto emerge che, a dicembre 2012, con uno stock di 13,5 milioni di euro di finanziamenti, l'Abruzzo e' tra le regioni piu' penalizzate in quanto le prime sei regioni per consistenza del credito - Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, Veneto, Toscana e Piemonte - rappresentano quasi tre quarti del totale dei finanziamenti erogati. Ad allarmare i vertici di Confartigianato Abruzzo e' pero' il dato che riguarda lo stock del credito in Abruzzo, stock che mostra un calo del 6,4% rispetto a dicembre 2011, tra i piu' rilevanti d'Italia. Per quanto riguarda la dimensione d'impresa lo studio evidenzia che il 25,6% dei finanziamenti, pari a 3.499,40 milioni, a dicembre 2012, e' erogato a favore di imprese con meno di 20 addetti.

Questa tipologia di imprese assorbe un quarto dei finanziamenti regionali abruzzesi che, nel mese di dicembre, vedono ridotti i finanziamenti in ottica tendenziale del 7,2%. Nello specifico, a livello territoriale, la provincia piu' "virtuosa", si e' dimostrata Chieti, che ha registrato un calo di -5,4 punti percentuali rispetto ai finanziamenti concessi nell'anno 2011 alle imprese con meno di venti dipendenti (L'Aquila -5,8%; Pescara -8%; Teramo -8,2). "Le imprese abruzzesi con meno di 20 addetti pagano i tassi d'interesse tra i piu' alti d'Italia (9,96%). Serve un'inversione di tendenza o ci sara' il tracollo della nostra economia regionale - ha detto Angelo Taffo, presidente di Confartigianato Abruzzo -. Sollecitiamo la Regione Abruzzo affinche' sblocchi in tempi rapidi i fondi Fas da destinare ai consorzi fidi".

 Nei primi nove mesi del 2012 il credito, in Abruzzo, ha subito una restrizione di 503 milioni di euro, realizzando il peggior risultato degli ultimi 10 anni. E a segnare il passo, stavolta, dopo aver garantito per anni ossigeno al sistema produttivo, sono state soprattutto le piccole banche, con il territorio pescarese in condizioni di particolare sofferenza e tassi di interesse che volano. Lo dice uno studio realizzato da Aldo Ronci per la Cna abruzzese, secondo cui a fare le spese di una cosi' massiccia restrizione del credito sono state esclusivamente le imprese, alle quali sono stati erogati 525 milioni di euro in meno rispetto all'anno precedente; insomma, se non ci fosse stato un lieve incremento del credito concesso alle famiglie consumatrici (+22 milioni), il risultato sarebbe stato ancor piu' disastroso. Le piccole banche - illustra cosi' lo studio - hanno ridotto il credito di ben 372 milioni di euro; le restanti, ovvero quelle di maggiori dimensioni, di 131. Tuttavia, in valore percentuale, il decremento del credito concesso dalle piccole banche, in Abruzzo, e' stato del 2,87% contro il 5,47% nazionale: "Nella nostra regione - spiega Ronci - i piccoli istituti hanno erogato il 52% del credito totale, a fronte del 22% nazionale. Insomma, si e' evitata una flessione di gran lunga superiore a quella che si sarebbe realizzata se i piccoli istituti avessero tenuto la stessa media nazionale (-5,47%): ci saremmo trovati di fronte a un vero e proprio salasso, perche' la flessione sarebbe stata di 709 milioni rispetto a 372". Tra i territori, come detto, la provincia di Pescara e' quella che ha manifestato i dati piu' allarmanti: -222 milioni di euro, con Teramo (-136), Chieti (-106) e L'Aquila (-39) attestate su quote piu' modeste.

 Tra i settori produttivi, il solo a ottenere un incremento e' stato quello dei servizi (+49 milioni), mentre l'industria ha subito una flessione molto pesante (-321 milioni), al pari di famiglie produttrici (artigianato, ndr) ed edilizia, che hanno subito un decremento rispettivamente di 141 e 118 milioni. Male anche il capitolo relativo a tassi di interesse e "sofferenze", ovvero i crediti che le banche non riescono piu' a incassare dai propri clienti. Nel primo caso, il sistema bancario abruzzese ha erogato finanziamenti con un tasso medio di interesse dell'8,9%, a fronte di una media nazionale del 6,73%, e dunque con uno spread di ben 2,23 punti percentuali. Da parte loro, invece, le "sofferenze", nei primi nove mesi del 2012, hanno registrato un lieve incremento (64 milioni di euro); valore molto piu' basso rispetto a quelli degli anni precedenti, ma comunque alto se si considera il rapporto tra sofferenze ed impieghi (9,25% contro il 6,93% nazionale). Quanto ai pochi dati positivi, e' stato il credito alle famiglie consumatrici a far segnare un incremento di 22 milioni, frutto pero' della somma tra acquisto di abitazione (in picchiata: -713 milioni) e consistente incremento del credito per "altri acquisti" (+735). I depositi e il risparmio postale, infine: rispetto ai primi nove mesi 2011, hanno realizzato un'inversione di tendenza, passando da un decremento di 180 milioni ad un incremento di 966.

 "La verita' che emerge da questi dati e' che l'Italia va male, ma l'Abruzzo va ancora peggio. Le imprese muoiono non perche' incapaci di fare il proprio lavoro, ma perche' non incassano il dovuto: come all'Aquila, dove centinaia di piccole imprese, che hanno realizzato interventi sulla ricostruzione, aspettano ancora il pagamento del dovuto". Cosi' il direttore regionale della Cna Abruzzo, Graziano Di Costanzo, commentando i dati elaborati da Aldo Ronci sul credito nei primi nove mesi del 2012, presentati questa mattina a Pescara nel corso di una conferenza stampa. "In queste condizioni - ha sottolineato nel suo intervento - le parole rischiano di non avere piu' senso, perche' il tempo della discussione e' finito e ora si tratta solo di passare ai fatti. Con le altre associazioni d'impresa abbiamo chiesto alla Regione - che si e' impegnato direttamente con il presidente Chiodi davanti ai componenti del Patto per lo sviluppo - di utilizzare 24 milioni di fondi Fas per il sostegno all'attivita' dei confidi. Mentre per altri 18, disponibili sul Por-Fesr, si e' in attesa di uno sblocco dopo una vertenza giudiziaria. Forse, senza voler fare processi a nessuno, se queste somme fossero gia' state messe a disposizione del mondo delle imprese, non ci troveremmo oggi di fronte a dati cosi' negativi sul credito". Sulla stessa falsariga il presidente della Cna abruzzese, Italo Lupo: "Nella forte restrizione del credito concesso alle imprese - ha sottolineato nel suo intervento - impossibile non cogliere un riflesso di disperazione che coglie tanti piccoli imprenditori, per i quali non vale piu' nemmeno la pena rivolgersi al sistema bancario per chiedere prestiti". 

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