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Pubblicato il 16/10/2013 21:09

Incontro al Comune di Lanciano per la vertenza Acs di Atessa

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"Il lavoro c'era eccome alla ACS di Atessa, anzi ci sarebbero state altre assunzioni se l'azienda, con la scusa della crisi, non avesse chiuso il nostro stabilimento per portare il lavoro a Cassino". A parlare e' Teresa Caporale, ex operaia della ACS di Atessa, licenziata insieme ai suoi 22 colleghi al rientro delle ferie. Questa mattina, nella sala consiliare del comune di Lanciano, lei e alcuni dei suoi colleghi hanno partecipato a un incontro con i sindaci di Lanciano, Atessa, Roccascalegna, Pietraferrazzana, S.Maria Imbaro, Castel Frentano, Perano e Mozzagrogna e le tre sigle sindacali Fim Uilm e Fiom per tentare di sensibilizzare le aziende committenti della ACS Atessa sulla vicenda. "E' una situazione paradossale - ha detto il vicesindaco di Lanciano, Pino Valente - chiederemo un incontro a Sevel e Isringhausen (le aziende per cui la ACS produce la schiuma destinata a formare i sedili dei furgoni) perche' questo puo' rappresentare un pericoloso precedente per le aziende della Val di Sangro".

Il tavolo che si e' formato questa mattina in seguito alla mozione approvata dal consiglio comunale di Lanciano su proposta del consigliere comunale Alex Caporale creera' una delegazione per un incontro con Isri e Sevel. 

Al tavolo per la vertenza ACS Atessa, al momento, non prendono parte le istituzioni provinciali e regionali.

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