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Pubblicato il 03/07/2012 10:10

Pescara, Cna attacca sulle aliquote Imu

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Salce: "Gli sconti sono pagati dalle attività produttive"

 

“Gli sconti sulle aliquote Imu a favore dei proprietari di prime abitazioni sono stati finanziati con una stangata a carico di commercianti e laboratori artigiani. Il Comune di Pescara deve tornare sui propri passi, per non colpire mortalmente le attività produttive". Lo afferma il direttore della Cna di Pescara, Carmine Salce, commentando il varo del regolamento che fissa le aliquote definitive dell'imposta sugli immobili.

"Se le notizie di stampa saranno confermate - afferma - con l'applicazione di una aliquota dell'8,6 per mille sugli immobili di proprietà di commercianti e artigiani usati per le proprie attività, ci troveremmo di fronte a una scelta a dir poco sorprendente, frutto di una classe dirigente che non si rende conto delle difficoltà in cui si dibatte l'economia cittadina, che si limita ad applicare il principio del 'tassa e spendi’ anziché tagliare le spese inutili e le consulenze faraoniche”.

In provincia di Pescara, attacca Salce, nei primi tre mesi del 2012, secondo l'analisi condotta dal Centro studi regionale della Cna, sono state quasi 200 le imprese costrette a chiudere i battenti, con percentuali nettamente superiori alla media nazionale. Ragione che avrebbe dovuto indurre la classe dirigente della più grande città abruzzese a guardare con maggiore attenzione, soprattutto al momento di applicare una nuova tassa, lo stato di salute del territorio interessato.

”Il consiglio nel testo definitivo è riuscito perfino a peggiorare l'ipotesi iniziale formulata dalla giunta”, a detta di Salce, che si augura ora “una ulteriore revisione del provvedimento” ed annuncia  “la mobilitazione di commercianti e artigiani in tutti i centri della provincia per l'applicazione in ogni Comune delle aliquote più basse» resta senza risposte il quesito sollevato dalla stessa confederazione artigiana nel corso del dibattito del consiglio comunale.

“Con la nuova tassa sugli immobili, l'amministrazione incassa - almeno per quel che riguarda le attività produttive - cifre nettamente superiori a quanto realizzato con la vecchia tassa, l'Ici. Raccontare all'opinione pubblica che la colpa è del governo è una bugia: la verità è che il Comune, sottratta la quota che spetta allo Stato, si mette in tasca una cifra enorme”, conclude Salce. 

 

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