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Pubblicato il 20/03/2015 22:10

Arriva il vino vegan

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I consumatori sono sempre piu' sensibili alla scelta di alimenti sostenibili e si orientano verso l'acquisto di prodotti cruelty free, compreso il vino perche' nella fase di vinificazione si possono utilizzare sostanze di origine animale come le proteine del latte (caseinati) e dell'uovo (ovoalbumina), usate nella chiarificazione dei vini. I vegani quindi devono orientarsi verso vini che contengano solamente sostanze di origine minerale e con adeguate garanzie non solo in fase di vinificazione. Il Gruppo Csqa-Valoritalia, come annuncia in una nota, ne ha certificati i primi dieci, attraverso un complesso iter procedurale, che in tutte le fasi della produzione in cantina fino all'imbottigliamento, vede garantita l'assenza di prodotti di origine animale compresi i materiali per l'imbottigliamento, come la colla per le etichette fino al nastro adesivo con cui si chiudono i cartoni. Per bere vino vegano certificato e' importante leggere le etichette oppure rivolgersi alle prime 10 aziende vitivinicole italiane che producono questo prodotto, contrassegnate con il marchio Qualita' Vegetariana Vegan". Nella Regione Marche sono: l'azienda agrobiologica San Giovanni, la cantina Offida e la societa' agricola Ciu' Ciu', tutte nel Comune di Offida (Ascoli Piceno), la societa' agricola Pievalta a Maiolati Spontini (Ancona) e l'azienda vinicola Costadoro a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno). In Toscana, invece, troviamo la fattoria Casabianca a Murlo (Siena) e il frantoio La Pieve ad Arcille di Campagnatico (Grosseto). Infine, olearia vinicola Orsogna nel Comune di Orsogna (Chieti), l'azienda di Venturino Giancarlo nel Comune di Vaglio Serra (Asti) e Perlage S.r.l. in provincia di Treviso, a Farra di Soligo. "Da inizio anno - ha concluso Michele Crivellaro, direttore marketing di Csqa - sono aumentate le richieste di questa certificazione soprattutto da parte delle aziende che vendono nel canale Ho.Re.Ca.". Anche dal punto di vista analitico sono migliorati gli strumenti di garanzia per questa tipologia di mercato grazie ad un progetto di ricerca iniziato nel 2009 dal Mipaaf e curato dall'Universita' di Milano e da Unione Italiana Vini, sono stati messi a punto 2 metodi di analisi, specifici per il vino e basati sul sistema Elisa, che possono permettere di individuare residui di derivati di latte e uova.

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