L'agroalimentare continua a "tenere" sui mercati e a registrare un +0,5 per cento di ricavo. A dispetto della crisi e nonostante il crollo dei consumi interni. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati diffusi dall'Istat.
All'opposto, il segmento alimentari e bevande "resiste" meglio degli altri comparti alla congiuntura negativa e anche a febbraio riesce ad aumentare la produzione (+3,5 per cento), a non perdere ordini e, soprattutto, a mantenere il fatturato in territorio positivo (+0,5 per cento).
Questo significa che il nostro agroalimentare e' sempre piu' strategico e che oggi puo' rappresentare davvero un volano per la ripresa del Paese. Ecco perche' -osserva la Cia- e' sempre piu' urgente agire con una valorizzazione adeguata del comparto, costruendo una vera politica per l'agroalimentare "made in Italy" che finora non c'e' mai stata, con misure di sostegno "ad hoc" a cominciare dall'agricoltura, che fornisce all'industria oltre i due terzi dei suoi prodotti. D'altra parte -ricorda la Cia- gia' oggi il nostro agroalimentare riesce a muovere ogni anno quasi 250 miliardi di euro, circa un quarto del Pil, trascinato in alto dalle performance eccezionali di prodotti come il vino, che tocca i 14 miliardi di euro di fatturato annuo complessivo (4,7 miliardi solo con l'export); la pasta con un giro d'affari di oltre 4,5 miliardi (di cui il 40 per cento destinato ai mercati oltreconfine); l'olio con un fatturato di 3 miliardi (di cui 1,2 miliardi attraverso le esportazioni).
© Riproduzione riservata
Utenti connessi: 1
Condividi: