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Pubblicato il 26/07/2013 10:10

Erica Abelardo e la magia della sand art

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di Giulia Grilli

Storie romantiche che lasciano sognare, che coinvolgono gli spettatori in un'atmosfera unica: sono le performance di sand art. Basta un tavolo retroilluminato, una musica di sottofondo, la sabbia e la creatività dell'artista. E in una terra piena di talenti come l'Abruzzo, non poteva mancare una delle poche sand artist italiane, Erica Abelardo.

Giovane ventinovenne, autodidatta, Erica è determinata, tenace e sicura di sé. Negli anni si è dedicata ad esibizioni sul ghiaccio, passando poi al fuoco e in ultimo alla sand art. I suoi sono racconti di una vita piena di interessi e passioni, perché Erica è un'artista poliedrica. Minuta, dalla pelle candida e piena di femminilità, è l'espressione di tutti gli elementi contrastanti che, in perfetto equilibrio, la contraddistinguono creando uno strano alone di mistero.

Nelle sue performance, i piccoli granelli di sabbia vengono modellati e trasformati in opere effimere e irripetibili. Le figure create si evolvono, scompaiono, riappaiono, coinvolgono e diventano racconti che accompagnano in un viaggio affascinante.

 

Come si diventa una sand artist?

Per fare la sand art occorre un tavolo luminoso e io l'avevo già a casa perché mio padre faceva il fotografo. Per vedere i negativi si serviva di questo supporto che ora non viene più utilizzato in seguito all'avvento del digitale. Essendo rimasta affascinata dalla pubblicità dell'Eni, tre anni fa, realizzata dalla pioniera della sand art, Ilana Iahav, mi sono detta: perché non ci provo anche io? Il tavolo già l'avevo e la sabbia sul litorale era facilissima da reperire. Così, un po' per caso, ho iniziato a sperimentare, per poi caricare su youtube i video dei miei lavori. Avendo un imprinting artistico, derivante dalla mia formazione, dagli studi di moda e dal fatto che sono un'illustratrice, non è stato difficilissimo imparare, ma ho dovuto provare molto per acquisire la sicurezza necessaria.

 

Le performance raccontano sempre una storia?

I disegni sono collegati tra loro, e per ogni evento mi piace creare una storia attinente. Non ripeto mai la stessa performance, e questo è il bello della sfida, perché c'è sempre un lavoro di progettazione per proporre qualcosa di diverso e originale. Il procedimento ha inizio su carta, in una fase in cui si costruisce una cronologia disegnata. Si studiano le transazioni da un'immagine all'altra, perché è necessario trasformare senza troppe cancellature. Costruito il progetto, lo si prova con la sabbia, lo si mette in sincro con la musica, e lo spettacolo è pronto.

 

Qual' è l'aspetto più complesso della sand art?

Proprio quello delle transazioni, come collegare un'immagine all'altra sfruttando elementi già presenti, muovendo le mani in una certa maniera per non creare un pastrocchio. Basta una virgola che sbagli ed è fatta, perché non c'è gomma per cancellare. Dev'essere buona la prima, per cui è necessaria una grande sicurezza che si costruisce nel tempo e con molte prove, fino al raggiungimento della giusta fermezza.

 

 

Il tuo lato artistico si snoda in diverse forme, e sei molto conosciuta anche per la giocoleria infuocata. Quando è nata questa passione?

Ho iniziato nel 2003, dieci anni fa e il primo approccio con il fuoco è stato molto casuale. All'epoca mi esibivo come pattinatrice sul ghiaccio e il mio allenatore mi chiese di aprire uno spettacolo con degli strumenti circensi. Mi disse di imparare qualcosa al volo, così provai fino a capire che la giocoleria infuocata mi piaceva a tal punto da decidere di estrapolarla dal pattinaggio sul ghiaccio. Ho girato per l'Italia frequentando diversi workshop, poi ho studiato molti tutorial su internet, mi sono proposta sul web e da qui i primi ingaggi. Le chiamate arrivano perché in Abruzzo siamo pochi a svolgere questo tipo di spettacoli. Per quanto riguarda la sand art sono l'unica a livello regionale, e ho scoperto recentemente che in Italia, in totale, siamo solo undici.

 

Quali sono i rischi con il fuoco?

Se non hai la possibilità di allenarti con costanza, e se non usi accortezze come legarti i capelli, oliarti e usare tessuti non infiammabili, rischi parecchio. Incidenti di percorso non ce ne sono stati, per fortuna, a parte qualche urto con l'attrezzo infuocato per pochi secondi. Se sai dominarlo riesci a scampartela con un sorriso durante la performance.

 

 

Sand art o giocoleria infuocata, quale forma artistica ti rappresenta di più oggi?

Forse la sand art, perché rischio meno la vita! E poi ha un aspetto romantico che mi affascina molto. In questo periodo mi sto focalizzando sugli spettacoli con la sabbia e sono riuscita ad esibirmi anche all'estero. Un'agenzia di Roma mi ha chiamata per partecipare ad un concerto in Africa di un cantante famoso in America, ma nato in Nigeria. Io ed altri circensi internazionali lo abbiamo accompagnato durante l'esibizione nel suo paese di origine. A settembre, invece, partirò per Pechino, per uno spettacolo molto grande. Ci saranno ballerini sincro in acqua, i ragazzi con i tessuti aerei e io con la sand art. Sarà tutto un po' stile cirque du soleil.

 

Acqua, fuoco, terra. Dei quattro elementi manca solo l'aria?

L'acqua è nel pattinaggio sul ghiaccio, la sabbia rappresenta la terra e poi c'è il fuoco. Si, manca l'aria, ma soffro di vertigini e non so se riuscirò a sconfiggere la mia paura. Mi piacerebbe molto imparare ad esibirmi con i tessuti aerei, che richiedono una grande forza e una costante preparazione fisica. Potrebbero essere il cerchio che si chiude, perché l'osservazione degli elementi è vera. Con il tempo ho capito che li stavo sondando senza che me ne rendessi conto.

 

Svolgi molteplici attività, ma Erica cosa vuole fare da grande?

Sempre tutto contemporaneamente. Per ora ho abbandonato il lavoro d'ufficio nel campo della moda, e mi sto dedicando agli spettacoli perché l'estate è il periodo in cui si ricevono più ingaggi. Dopo le esibizioni all'estero a settembre spero di poter tornare dietro una scrivania, perché nella mia vita devo fare tutto a rotazione avendo una forte passione per qualsiasi attività che svolgo. Non credo di poter mettere altra carne al fuoco e, come dicevo prima, l'ultima cosa che mi piacerebbe provare sono i tessuti aerei. Ma per ora lascio che resti una fantasia.

 

 

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