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Pubblicato il 21/02/2014 10:10

Guerrieri oltre lo spazio e il tempo

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di Giulia Grilli

"Stavo camminando per il centro di Pescara, quando capitai davanti ad un negozio di belle arti. Era il 2006, entrai e comprai colori e tele" racconta Raul. E fin qui nulla di strano. Eppure dietro ad un approccio tanto istintivo, a quell'attrazione viscerale per la pittura, e ad un percorso di scoperta e crescita, si nascondono pensieri al di là del tempo e dello spazio.

 

Designer del brand Reception, che porta il fashion made in Italy nei mercati esteri di Europa, Stati Uniti e Dubai, Raul (il cui vero nome è Marco Lullo) affina la tecnica artistica a Miami nel 2011, vivendo in un loft e concentrandosi sulla pittura quasi ventiquattro ore al giorno. Dopo aver prodotto una serie di ritratti, gli "Hood Portraits", espone nella Galleria 212, quartiere Wynwood di Miami e successivamente a Pescara, nella galleria di Cesare Manzo. Chiude il 2012 con Fuori Uso "In Opera", dopo essere stato chiamato da Giacinto Pietrantonio a partecipare all'evento.

 

Everywhere, ovunque. Questa parola ritorna sempre nei discorsi di Raul, mentre sfoglia il catalogo, fresco di stampa, della sua mostra "Hotel" tenutasi al Museo Laboratorio di Città Sant'Angelo e inaugurata lo scorso 8 febbraio.

 

Linee nette, ben delineate, a volte rimarcate, altre concentriche, quelle che utilizza l'artista trentatreenne per raffigurare volti, imperfetti, che nascondono un simbolismo e parole chiave in un viaggio verso la libertà comunicativa.

 

 

Hotel è il nome dell'ultima esposizione. Perché hai scelto questo termine?

Il mio è un messaggio chiaro: non fatevi intrappolare! Così l'hotel diventa quel luogo che indica i confini, quelli imposti da un sistema che imprigiona l'umanità. C'è chi riconosce l'esistenza di quei limiti, chi resta bloccato, chi ha saputo valicarli, e chi li combatte. Il mio è un invito ad esprimersi, ad essere sé stessi, a non aver paura del giudizio.

 

E chi osserva i volti che tu raffiguri riesce a comprendere il tuo messaggio?

Credo di si! I miei disegni su tele, fogli di giornale o cartone, sono gesti che si materializzano al fine di comunicare un concetto. Che sia espresso chiaramente, in maniera scarna, istintiva, primitiva, l'importante è aver detto qualcosa. L'espressione è everywhere, sempre e ovunque, basta esserne consapevoli.

 

 

Ma questi sono i volti di chi è ancora intrappolato nell'hotel?

No, assolutamente. Questi sono i guerrieri, coloro che hanno avuto il coraggio di emanciparsi. Sono soldati spartani che si mettono in mostra, con le loro imperfezioni, si lasciano osservare nell'essenza del loro essere.

 

La scelta del tuo stile, così vicino al graffitismo anni '80, è consapevole o del tutto casuale?

Ci sono numerosi artisti ai quali potrei ispirarmi, confinati in quel periodo storico. Si va da Keith Haring a Kenny Scharf, Rammelzee, A-One nel cuore del South Bronx a New York. . In quel momento si è materializzata la libertà espressiva più ampia. Al di là del graffitismo anni '80 grande è la mia passione per il getto materico di Schifano, per il concetto di metafisica dei fratelli De Chirico, o per la rottura dello specchio di Pistoletto e la gestualità di Cy Twombly.

 

Raul continua a sfogliare il catalogo mostrando rappresentazioni che raffigurano ciò cha accade nella hall degli alberghi. Dinamiche dettate dall'omologazione che impediscono di vivere nel pieno delle proprie capacità. Ed ecco il gufo, come animale mistico, eroe e portatore di luce, o un triangolo simbolo della ghiandola pineale, atrofizzata nel tempo, ma capace di far risvegliare la coscienza umana.

 

 

Cosa dovrebbe fare l'uomo per uscire dalla trappola dell'hotel?

Accendere la luce come prima cosa, perché viviamo in un mondo di tenebre. Basterebbe aprire gli occhi, documentarsi, avere coraggio per scappare dalla propria stanza. E' necessario un percorso interiore, per aprire quelle porte socchiuse, per superare le paure e diventare consci delle proprie qualità.

 

Tu nell'hotel ci sei stato?

Ci sono passato...

 

E da quanto tempo ne sei uscito?

Da un po' di anni. Tutto sta nel non accontentarsi della minestra che ci offrono, bisogna scomporla, prendere gli ingredienti e vedere da dove vengono, cosa sono. Conoscere il vero perché delle cose, l'essenza assoluta di ciò che ci circonda. Ad oggi gli strumenti e i mezzi per sbloccarci li abbiamo, quindi non vedo limiti.

 

 

Ce la farà l'umanità a liberarsi?

Si, io credo sia nel nostro destino. Prima o poi scioglieremo le catene. Non so in quale vita, ma in questo universo le anime, immortali, si libereranno...

 

"Some where" (da qualche parte), "Every now and then" (di tanto in tanto), qualcuno pensa. Perché per Raul il concetto del qui e ora sembra perdersi nell'infinito per abbracciare dimensioni prive di spazio e tempo, al limite della fisica quantistica. Ed oggi, nel pieno del suo spirito ribelle, alla domanda "dove ti immagini tra trent'anni?" lui risponde sorridendo "Everywhere!".

 

 

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