gestionale telefonia Gestionale Telefonia
HOME » L'INTERVISTA » UN GIRO DI RUOTA CON MAIBAIC
Pubblicato il 03/09/2012 15:03

Un giro di ruota con Maibaic

bicicletta, intervista, grilli, paparella

di Giulia Grilli

Che sia una “city” o “mountain” poco importa. La bicicletta sta diventando anche in Italia un must: in un solo colpo permette di risolvere il problema del traffico, del parcheggio e del costo di benzina, assicurazione e bollo.

A Manhattan il 77% degli abitanti ha abbandonato l’auto a favore della bicicletta e nei paesi del Nord Europa il suo utilizzo è ormai decennale e sfida qualsiasi condizione climatica.

A Pescara, Luca Paparella con il suo marchio Maibaic, offre agli amanti delle biciclette la possibilità di avere un mezzo artigianale, unico e completamente personalizzato. “Quando ero piccolo correvo in bici, dagli undici ai quindici anni. Ho imparato a cambiare i pezzi, a smontare e rimontare e ne ho compreso il funzionamento, afferma Luca che, tornato da Londra nel 2009 ha deciso di creare per sé una bici che rispecchiasse il suo gusto e i suoi desideri, affascinato dalle tendenze che aveva respirato nella città britannica. Dalla curiosità e dalle richieste di amici è nata quindi la Maibaic, ovvero la “mia bicicletta” secondo la pronuncia in inglese delle parole My Bike, per la realizzazione di bici uniche ed esclusive. Nessuna può essere uguale all’altra, perché i progetti nascono con il cliente.

"Quando qualcuno viene a chiedermi una bicicletta, io cerco di capire che tipologia di persona ho di fronte. Dopo aver scelto un modello, uno stile e qualche colore, inizia la progettazione al computer. Tra le varie opzioni che ho creato, il cliente sceglie la versione definitiva. A quel punto si inizia a fare la bici: fornitura del telaio, verniciatura e costruzione” spiega Luca che coinvolge il cliente anche nel montaggio finale.

 

Com’è nata l’idea di creare biciclette personalizzate?

 

E’ nata per caso. Avevo il desiderio di costruire biciclette, ma non era una certezza. Prima di tornare in Italia avevo pensato con un amico di reperire vecchie biciclette, riutilizzarne i telai e metterle a nuovo. Poi l’idea non è partita e io ho iniziato la mia strada con telai nuovi.

 

Perché una persona decide di spendere dagli 800 Euro in su per una Maibaic?

 

Per una questione di personalizzazione. Le mie biciclette costano tanto, ma sono uniche ed esclusive. Io mi rifiuto di fare un pezzo uguale all’altro perché le idee nascono con quel cliente e con lui rimangono. Oggi una buona bicicletta costa almeno 400 Euro. Da qui ai 1000 Euro c’è un gap, ma c’è anche una differenza notevole in termini di prodotto. La qualità si riconosce. È un po’ come chi decide di farsi fare gli interni della macchina di un colore che nessun altro ha, lo fa per distinguersi. Io punto ad un target alto.

 

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

 

Uno showroom di Milano mi ha contattato per vendere le mie biciclette in alcuni negozi di abbigliamento. Per questo tipo di richiesta ho bisogno di una produzione industriale per creare più numeri dello stesso modello. Per me sarebbe impossibile farlo manualmente. Dopo aver girato in Italia, e avendo constatato che i prezzi richiesti dai telaisti per me ora sono troppo elevati, ho deciso di partire per la Cina, con destinazione Shanghai. Dal 21 Settembre si tiene la fiera della bicicletta e io voglio cercare un produttore che possa aiutarmi in questo nuovo progetto. La produzione avrà un atro nome e sarà sotto la proprietà di Maibaic che continuerà parallelamente a creare pezzi unici.

 

Perché la bicicletta è tornata di moda secondo te?

 

Il movimento delle biciclette è arrivato in Italia con ritardo, come molte altre cose. Qui da noi non si parla molto di surriscaldamento terrestre, a Londra invece, due volte  a settimana, l’argomento esce sui giornali. Tutta la zona scandinava ha una tradizione per cui la gente va in bicicletta; quelli sono popoli che ce l’hanno dentro culturalmente. Per loro il primo mezzo di trasporto è la bici. Qui da noi sta diventando un mezzo alternativo per evitare il traffico, soldi e stress. Anche se le persone sono molto pigre: per fare cinquecento metri si prende la macchina. Nessuno pensa di prendere la bicicletta o di andare a piedi. Quando ho iniziato questa attività le persone mi hanno detto “bravo, hai fatto bene perché questo è il momento giusto”, ed effettivamente la bici sta prendendo sempre più piede.

 

Maibaic per te è già un lavoro o solo una passione?

 

È passione al cento per cento e lavoro al cinquanta. Se perdessi la passione di farlo non ci sarebbe più gusto. Assumerei qualcuno per disegnare, qualcuno per costruire e qualcuno per vendere e io farei un’altra cosa. Ho scelto di lanciare il prodotto qui a Pescara perché è una città che va bene, sia per dimensione che per target. Per provare ad essere qualcuno a Milano devi partire con un budget di qualche centinaia di migliaia di Euro per riuscire a fare tutto, tra produzione, pubblicità, marketing, vendita. Pescara non necessita di tutto ciò. Poi spero che un giorno le mie biciclette mi portino lontano da qui: Milano, Torino, Padova. Magari a Copenaghen, si dice che le persone lì siano tra le più felici.

 

© Riproduzione riservata

Condividi:

Articoli Correlati



Utenti connessi: 2