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Pubblicato il 16/05/2013 13:01

Gli straordinari 19 anni del Beato Nunzio Sulprizio

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di Antonio Alfredo Varrasso

"Spero di guarirmi". Nunzio Sulprizio nella storia (1817-1836) è il titolo del convegno di studi che si terrà a Pescosansonesco, il 26 ottobre 2013, nell'ambito del 50° anniversario della beatificazione del giovane pescolano, avvenuta il 1° dicembre 1963, ad opera del Pontefice Paolo VI..
Elaborato dal Centro Studi Casauriensi (San Clemente a Casauria - Castiglione a Casauria), diretto dalla Prof.a Ada De Stefanis-Caiani, il progetto del convegno, sostenuto dall'Arcidiocesi di Pescara-Penne, attraverso l'Arcivescovo, Mins. Tommaso Valentinetti, contempera due aspetti di una più complessa esigenza culturale.

Per prima cosa quello di un'aggiornata biografia di questo straordinario personaggio, morto diciannovenne, in Napoli, il 5 maggio 1836 e, al tempo stesso, una migliore comprensione del tempo, delle realtà sociali e culturali che ha attraversato, delle problematiche, individuali e collettive, che la stessa vicenda personale del Beato evidenzia.

Far rivivere sul piano storiografico il senso di un rapporto sociale, culturale, religioso di Nunzio con il suo tempo, significa anche comprendere non solo la radice profonda della sua formazione, ma anche quella del contesto in cui tutto ciò avvenne: Pescosansonesco, dove nacque, il 13 aprile 1817, prima; Napoli, dove arrivò nel giugno 1832, presso l'ospedale di Santa Maria del Popolo degli Incurabili sino all'aprile 1834 e , poi, presso Felice Wochinger, il suo grande benefattore e vero e proprio ‘imprenditore' del culto sulpriziano.

La fama di santità di Nunzio ha infatti prodotto un culto che, al tempo stesso, ha continuamente riproposto, sino ad oggi, oltre che diverse costruzioni agiografiche, anche straniere, tutte più o meno ispirate ai dati storici rivelati nelle documentazioni processuali canoniche, una incessante rivisitazione dei luoghi, delle cose e delle persone, per dirla in breve, riferimenti obbligati al contensto, temporale e fattuale, attraverso il quale questa biografia di santità si è sviluppata e continua a farlo incessantemente.

Già il Pontefice Paolo VI, all'atto della beatificazione, poneva tutta una serie di problemi in ordine alla conoscenza effettiva della personalità di Nunzio e lo faceva, nel solco di un incitamento di edificazione ai margini del Concilio Vaticano II, per meglio cogliere la grandezza morale di quella ‘innocente sofferenza'!

Il suo fu, pertanto, un invito sentito, anche di ordine squisitamente culturale.
Raccogliendo questo vivido ed attuale messaggio, recuperiamo il concetto di santità nel suo ruolo storico e verifichiamo, concretamente, come esso abbia operato ed operi nel concreto del divenire sociale.

Il convegno, dunque, inaugura una prospettiva di studio aperta su diversi fronti analitici e che chiamano ad intervenire studiosi dalle diverse formazioni, laici e religiosi, credenti e non, ma tutti proiettati alla comprensione di una storia ancora sostanzialmente inedita .

Non subordinatamente, questa iniziativa vuole far luce, altresì, su di una realtà territoriale abruzzese, quella di Pescosansonesco (Pescosansonesco), costituitasi storicamente in ambito casauriense, in cui oggi la presenza di Nunzio Sulprizio è cospicua, ma non solo, o unicamente perché vi opera un importante santuario diocesano, (la cui vicenda particolare risale ai primissimi del Novecento), dedicatogli, appunto, a seguito della sua beatificazione e che meta di frequenti pellegrinaggi, quanto perché nei decenni la presenza santuariale ha costituito elemento non secondario di analisi e progettualità socio-economiche della località e dell'intero circondario!

Tornare quindi a riflettere, ma, sarebbe più corretto dire: fondare una storiografia; indagare, cioè, le fasi storiche fondative del primo Ottocento, allorché visse Nunzio all'interno di un determinato panorama culturale e sociale, significa illuminare la realtà corrente, comprenderne le problematiche informative e coglierne i destini. Significa sapere di noi stessi!
Chi scrive s'è particolarmente ‘intestardito' a recuperare il paesaggio pescolano ed a determinare il senso di un vissuto, che fu di Nunzio e di tanti altri bambini e ragazzi della sua età, in uno scenario non solo segnato dal dolore fisico e delle malattie, ma anche della miseria e da una spaventosa, ricorrente violenza.
Ed è per questo che occorrerà capire, sapere pure, quali furono le gioie, le speranze ed i sorrisi di quelle persone con cui Nunzio venne a contatto e le sue, sublimate dal calore sincero di un'ardente, costante, vissuta orazione, appresa, lui orfano, dall'amatissima nonna materna: Rosa Luciani.

Per questo il convegno di studi si pone obiettivi culturali che, per certi versi, trascendono anche il momento di fondamentale ricerca e riflessione storiografica, per proiettarsi nel dibattito contemporaneo. Ciò vale anche nella ripoposizione del rapporto tra Napoli e l'Abruzzo, così importante nell'esperienza di Nunzio giovanissimo, poverissimo e malato.

Due mondi, così drammaticamente diversi, vengono quindi a confronto: l'Abruzzo interno, aspro, povero e selavaggio, nel senso più umano del termine e la ‘lontana' Capitale del Regno, con le sue contraddizioni e potenzialità, ove Nunzio viene curato ed anche istuito; dove brillano marginalità sociale e slanci grandiosi di volontariato sociale, in quella vera e propria fucina di santità, tra disperazione e dolore, che fu l'ospedale degli Incurabili: un luogo dove si andava a morire, nella mentalità collettiva, abruzzese e meridionale.

. Nunzio vi arrivò ‘coperto di cenci', rapprensentando, ciò che un teste ebbe a sottolineare nella sua deposizione al processo informativo napoletano: il patimento della miseria più che della povertà!

Ma Napoli è anche la città della cultura medico scientifica più avanzata e che concorre, in questo senso, con le grandi capitali europee, all'affermazione di un più moderrno sistema organizzativo della sanità e della cura delle malattie.

E' anche il luogo, specialissimo, della devozione, in cui Nunzio trova, finalmente, un suo equilibrio formativo ed esistenziale, proiettato, però, ad una crescita, intellettuale e religiosa, a cui non voleva rinunciare. E' il luogo ove impara meglio a leggere ed a scrivere!
‘Spero di guarmi', infatti, è la sua espressione sincera e malinconica, forse struggente, che si fa sfuggire, con tenue, dolce tristezza,, scrivendo una lettera - l'unica sua fin qui trovata - ai suoi parenti di Pescosansonesco, proprio nell'aprile 1834.
Napoli gli offre una tale prospettiva e lui la sente e la comunica!

Napoli, poi, è la città che lo onora - particolare che venne messo in risalto dallo stesso Benedetto Croce, nel 1948 - e lo onora come ‘il santarello' venuto dagli Abruzzi, fin dal momento della morte, avvenuta tra le severe mura del Castelnuovo, in un contesto tutto militare, e nella primitiva tomba della cappella palatina, cioè nella parrocchia di San Sebastiano.

Questo intreccio tra Napoli e l'Abruzzo è particolarmente sentito dal convegno, anche sul versante della storia politica ed istituzionale tra Sette ed Ottocento, in quanto tratto ineliminabile della nostra vicenda locale e statuale, tra età della monarchia napoleonica e quella della seconda restaurazione.

Volendo fare, il più adeguatamente possibile, un bilancio storico e storiografico della vicenda di Nunzio Sulprizio, il convegno si occupa anche della storia della sua beatificazione, cogliendone i risvolti , non solo pratici e realizzativi, ma anche personali e direi comunicativi e culturali, di chi se ne occupò in prima ed autovelolissima persona: il papa Paolo VI, prima di tutti e poi il vescovo Aurelio Marena, che pervenne alla beatificazione quale postulatore, indi il vescovo diocesano, Antonio Iannucci, poi arcivescovo di Pescara-Penne, impegnato in tal senso fin dal 1935, allorché era ancora studente e che portò a termine la costruzione del santuario di Pescosansonesco.
La cui più recente vicenda, particolarmente dei suoi rettori, è ancora tutta da scrivere.

Il convegno offrirà, infine, i suoi materiali interamente pubblicati e che potranno, così, costituire una base di lavoro e di approfondimento nel futuro, ma soprattutto continuare e sostenere in loco la ricerca storica , con le sue inevitabili proiezioni nazionali ed internazionali, perseguendo le direttrici dell'irradiamento cultuale, ma anche umano e sociale, giacché, non lo si dimentichi mai, Pescosansonesco è, con tanti altri nostri paesi abruzzesi, un vero e proprio ‘monumento storico-sociale' dell'emigrazione italiana all'estero.

 

‘Spero di guarirmi’. Nunzio Sulprizio nella storia (1817-1836)

Sabato, 26 ottobre 2013

Convegno di studi, Pescosansonesco, Santuario diocesano del Beato Nunzio Sulprizio – 50° anniversario della beatificazione, Roma 1° dicembre 1963.

 

Programma

 

S.E. R.ma, Mons. Tommaso Valentinetti, Arcivescovo di Pescara-Penne: discorso di apertura

 

Antonio Alfredo Varrasso, storico e coordinatore del convegno: Nunzio Sulprizio e Pescosansonesco:  il suo paese natale.

 

Dr.a  Angela  Gargano – Università di Napoli ‘Federico II’ – Le istituzioni ecclesiastiche e religiose nel Regno delle Due Sicilie nel periodo della Restaurazione.

 

Rev. Sac. Dr. Dario Trave – archivista diocesano, Penne,  La diocesi di Penne nei primi decenni dell’Ottocento

 

Prof. Giuseppe Maria Viscardi – Università di Salerno, Religione e religiosità nel Regno di Napoli tra Antico Regime e  Restaurazione

 

Dr. Antonio Borrelli, Biblioteca  Nazionale, Napoli, Medici e medicina a Napoli tra Sette ed Ottocento

 

Dr. Arturo Armone Caruso, La ‘spina ventosa’, ovvero la patologia di Nunzio Sulprizio negli studi medico-clinici del primo Ottocento.

 

Rev. Sac. Dr. Antonio Illibato – Direttore dell’Archivio Storico Diocesano di Napoli, L’Ospedale di Santa Maria del Popolo degl’Incurabili di Napoli tra Sette ed Ottocento

 

Rev. Sac. Dr. Francesco Rivieccio,  Postulatore, Napoli, Le fonti storiche documentarie della santità di Nunzio Sulprizio nell’archivio storico diocesano di Napoli

 

Dr. Pasquale Palmieri, Università di Napoli ‘Federico II’, Letteratura di devozionale nell’età di Nunzio Sulprizio.

 

Prof. Franco Cercone – Università di Teramo, L’acqua di Riparossa in Pescosansonesco e l’acqua di Nunzio.

 

+ + +

 

Prof.a Eliana Versace, Università Lumsa, Roma, Paolo VI e Nunzio Sulprizio.

 

Prof. Stefano Milillo, responsabile Archivio Storico Diocesano di Bitonto,  La postulatura di Mons. Aurelio Marena, vescovo di Ruvo-Bitonto, per la beatificazione di Nunzio Sulprizio

 

Rev. Sac. Dr. Giuseppe Natoli, Un lungo rapporto di devozione. Mons. Antonio Iannucci e Nunzio Sulprizio

 

Rev. Sac. D. Antonio Salvatore Paone, Postulatore napoletano, Per la canonizzazione del Beato Nunzio Sulprizio.

 

Presiede il convegno la Prof.a Ada De Stefanis Caiani – Presidente del Centro Studi Casauriensi.

(Le conclusioni saranno tenute dal Coordinatore del convegno)

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