Santo Stefano di Sessanio, meraviglioso borgo in provincia dell'Aquila, ospiterà per tutta l'estate la mostra "La bellezza iquieta, arte in Abruzzo al tempo di Margherita d'Austria". L'esposizione verrà inaugurata sabato prossimo, 27 luglio, alle 10.30 e resterà aperta, con entrata a offerta libera, fino al 30 settembre. A luglio e agosto sarà possibile visitarla dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20 e a settembre dalle 10 alle 17. Chiuso il lunedì.
L'esposizione propone un avvincente percorso dedicato a Margherita d'Austria, personalità di rilievo che ha segnato in modo significativo la vita politica, economica e amministrativa degli antichi Abruzzi, proiettandoli nella grande storia nazionale ed europea. In particolare, nell'ambito della mostra verranno esposte numerose e pregevoli opere del Museo nazionale d'Abruzzo danneggiate dal sisma e sottoposte ad interventi conservativi negli ultimi quattro anni e opere prese in prestito da collezioni pubbliche e private. La maggior parte delle opere non sono mai state esposte al pubblico.
L'esposizione permetterà di vedere capolavori della pittura e della scultura di artisti tutti da riscoprire, sensibili tanto alla lezione del divino Raffaello quanto ai tormenti contemporanei, come Pompeo Cesura, Giovanni Paolo Cardone, Aert Mijtens. Insieme alle preziose oreficerie aquilane, già portate in processione a Roma in occasione del Giubileo del 1575 e ai raffinati oggetti di arredo sono le prove tangibili dell'attiva e qualificata partecipazione degli Abruzzi alla temperie culturale di un'epoca straordinaria in cui la gran dama, figlia dell'imperatore Carlo V, moglie prima di Alessandro de' Medici, poi di Ottavio Farnese, ha assunto un ruolo mediatico di grande rilevanza, ancor prima di assumere l'incarico di governatrice dell'Aquila nel 1572.
Una novità di grande interesse per gli studiosi è l'esposizione di documenti inediti, volumi, cartografia e mappe dei feudi farnesiani d'Abruzzo, di proprietà di Madama, volti a chiarire aspetti rilevanti della cultura e politica del tempo.
Tra le opere cinquecentesche provenienti dal museo aquilano, assume un particolare rilievo la tavola raffigurante La Sacra Famiglia con San Francesco, sottoposta a un complesso restauro, ancora in corso, presso i laboratori dell'Opificio Pietre Dure di Firenze. Questo capolavoro, permeato della cultura raffaellesca, si deve a Cola dell'Amatrice, pittore e architetto assai apprezzato dai committenti e noto per aver progettato la straordinaria facciata della monumentale Chiesa di San Bernardino a L'Aquila. Dalla stessa basilica provengono le due straordinarie tele di Pompeo Cesura, protagonista indiscusso della scena artistica del tempo di Margherita, concesse in prestito dal ministero dell'Interno, fondo edifici di culto. In previsione del prossimo intervento conservativo del prestigioso Gonfalone di Giovanni Paolo Cardone che reca la pianta cinquecentesca dell'Aquila sorretta dai santi patroni, e nell'impossibilità di esporlo, la storia della città e dei suoi culti è testimoniata dai dipinti a firma di Giulio Cesare Bedeschini che propongono i medesimi santi tanto amati in Abruzzo.
L'iniziativa, dal profondo impatto culturale ed emotivo per il territorio abruzzese in generale e per la zona aquilana in particolare, coinvolge non solo il borgo di Santo Stefano di Sessanio, che ospiterà l'evento, ma anche L'Aquila - città territorio. L'evento è stato promosso dal Comune di Santo Stefano di Sessanio e dalla soprintendenza per i Beni storici, artistici ed etnoantropologici dell'Abruzzo, con il contributo di alcuni benemeriti sponsor privati e con la preziosa collaborazione della Banca Popolare dell'Emilia Romagna, della Pro Loco di Santo Stefano di Sessanio, dell'Albergo Diffuso Sextantio, delle associazioni Viaggiatori nel Parco e Italia Nostra, sezione dell'Aquila, la quale promuove una campagna di sensibilizzazione a favore dei restauri del patrimonio storico artistico.
In particolare, la direzione scientifica e l'allestimento dell'esposizione sono curati dalla soprintendenza Bsae dell'Abruzzo nella persona del soprintendente, Lucia Arbace, così come il catalogo delle opere in mostra, edito da Umberto Allemandi con testi di Lucia Arbace, Franco Battistella, Mauro Congeduti, Elisabetta Fadda, Adriano Ghisetti Giavarina, Michele Maccherini, Antonella Lopardi, Arianna Petraccia, Luca Pezzuto, Marta Vittorini e tutti i restauratori che hanno concorso ai restauri.
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