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Pubblicato il 30/07/2013 18:06

Rocca Calascio, "Li chiamavano pifferari"

rocca calascio, pifferari

Stendhal, Dickens, Berlioz, Lear, Gregorovius e molti altri protagonisti conosciuti e meno noti del Grand Tour in Italia si occuparono frequentemente di loro: gli zampognari.

Generalmente ignorati dalla cultura italiana, anche musicale, furono considerati e spesso esaltati con un alone di leggenda da scrittori, poeti, pittori e musicisti stranieri in occasione del loro viaggio italiano.
I viaggiatori del Grand Tour, scendevano in Italia attratti dalle testimonianze storiche del nostro paese, dall'arte, dai paesaggi e dallo stile di vita, rimanendo talvolta affascinati dalla civiltà pastorale abruzzese ovunque si manifestasse, nella regione come pure lungo i millenari sentieri della transumanza che univano l'Abruzzo alla Puglia, alla campagna romana e in misura minore all'agro ternano.
Una particolare espressione di questo mondo era costituito dai pastori musicisti, ossia gli zampognari.
"L'uso della zampogna era un tempo molto diffuso in tutto l'Abruzzo"scrive con un pizzico di nostalgia John Alfred Spranger sul Journal of the Royal Anthropological Institute, a margine di un articolo pubblicato nel 1922, in cui descrive il rito di San Zopito a Loreto Aprutino. Una riflessione che segue la progressiva scomparsa di questa tradizione, conseguenza del crollo dell'economia pastorale della regione, nei secoli precedenti legata a numeri imponenti. Nel 1592 la sola provincia dell'Aquila "svernava in Puglia 4.471.496 pecore", seguendo gli antichi tratturi della transumanza. Il dato non comprendeva le c.d. pecore "rimaste", i capi diretti alla campagna romana, all'agro ternano e quelle esistenti nelle altre province (cfr. Inchiesta Agraria JACINI 1877-1887).
Per gli artisti, letterati e musicisti che temevano di avventurarsi in Abruzzo, terra percepita come aspra, con montagne selvagge e pericolosa per la presenza di briganti, era possibile imbattersi nei pifferari - come li chiamavano - a Roma, dove arrivavano da tempo immemorabile nel periodo che precedeva il Natale, come pure a Napoli o in altre città, dove gli zampognari erano diventati un'istituzione.
A loro si devono testimonianze significative per ricostruire le tracce degli zampognari e della rilevante influenza esercitata nella cultura europea di ieri e di oggi.
Pastori e zampognari, paesaggi, greggi e costumi divennero - nell'800 - una componente frequente dell'Italia romantica e pittoresca proiettata all'estero.

La mostra "LI CHIAMAVANO PIFFERARI", consta di 32 pannelli e intende ricostruire la presenza dei pastori-musicisti seguendoli negli itinerari del passato, contribuendo alla conoscenza di un immenso patrimonio culturale che resta ancora da riscoprire. Una sorta di "viaggio nel viaggio" insieme a pastori, viandanti, viaggiatori e pellegrini alla ricerca di quelle tracce perdute.
L'evento, promosso senza contributi pubblici dall'Associazione Zampogne d'Abruzzo - www.zampognedabruzzo.it - con il patrocinio di Italia Nostra (sez.ne di Pescara), prende lo spunto da una importante mostra organizzata lo scorso anno in Francia sul viaggio musicale di Hector Berlioz in Italia, nella quale fu rilanciata l'influenza esercitata dai pifferari abruzzesi sull'attività del compositore. Berlioz dedicò all'Abruzzo, dove venne più volte insieme a Felix Mendelssohn, la sinfonia "Harold en Italie", composta di quattro parti, di cui na intitolata "Serenade d'un montagnard des Abruzzes a sa maitresse".
Non mancano curiosità, come il ritrovamento di una partitura settecentesca ed il riferimento a recenti tesi sulla musica di "Tu scendi dalle stelle", di cui Sant'Alfonso M. de Liguori compose il testo, riprendendo melodie da tempo eseguite dai pastori abruzzesi, che il santo musicista napoletano ebbe modo di seguire da vicino durante la permanenza di oltre due anni nel Santuario della Madonna della Consolazione di Deliceto (Fg), che volle dedicato all'assistenza spirituale dei pastori transumanti nel Tavoliere.

La mostra è allestita presso il Rifugio della Rocca, a Rocca Calascio, uno dei luoghi simbolo del declino della pastorizia abruzzese. L'antico borgo, estintosi negli anni cinquanta, si trova ai piedi della Rocca che National Geographic ha recentemente compreso nell'elenco dei 15 castelli da favola del mondo.
L'inaugurazione è fissata per domenica 4 agosto 2013, ore 16.30, alla presenza di musicisti dell'Associazione Zampogne d'Abruzzo.

 

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