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Pubblicato il 07/04/2013 20:08

Villalago, terra dei nove laghi

villalago, gaetano basti

di Gaetano Basti

Passando sotto il borgo di Anversa e immergendosi nelle spettacolari Gole del Sagittario si vede Castrovalva, arroccata sulla pittoresca rupe, che domina dall’alto la strettissima valle. Questi scenari riempirono di stupore i viaggiatori stranieri di fine ottocento: famosissime sono le incisioni di Edward Lear e di Maurits Cornelis Esher. Le curve strettissime e il tunnel scavati nella roccia impongono molta prudenza nella guida, ma la fatica viene subito ripagata dal lago di colore verde smeraldo e dalle edicole che conducono verso l’eremo di San Domenico: un colpo d’occhio rilassante e ricco di colori. Siamo a Villalago che deve il suo nome alla antica presenza di nove laghi, molti dei quali scomparsi. Proprio il monaco benedettino San Domenico fonda il monastero di San Pietro de lacu nel 1067 e dà origine all’insediamento che gli eredi dei conti di Valva donano a Montecassino, anche se continuano ad esercitarne il controllo, passato poi ai Di Sangro.

Nel 1230 è documentata l’esistenza sul monte Argoneta di una torre di avvistamento e possiamo dire che il borgo ha ormai preso corpo. Nel 1568 Villalago cerca di liberarsi dal feudalesimo dominante autodichiarandosi Università Libera e Indipendente di Villalago. L’isolamento del paese termina nel 1892 con la costruzione della Strada Statale, mentre l’illuminazione arriva nel 1914 con la prima centralina elettrica. Il paese colpisce con le sue case allineate che sembrano precipitare sui dirupi. Dalla piazzetta principale il borgo si inerpica sul versante orientale del Monte in un’affascinante sequenza di gradinate. Caratteristici sono gli archetti su cui si appoggiano le abitazioni in pietra e travi di legno; belli i vari portali in pietra con stemmi raffiguranti animali, fiori, volti. Si incontrano chiese e palazzetti interessanti risalenti prevalentemente al 1500. Nel cuore del paese, nella chiesa parrocchiale del paese in stile romanico abruzzese, si conservano un dipinto in tela del 1521 raffigurante la Madonna del Rosario e l’altare di San Domenico, prezioso monumento del XII sec.

Per mangiare: “La fontanella”, 0864-74030

Per dormire: “Tana dell’orso”, 0864-740553

Piatto tipico: le pacchiarozze, simili a fettuccine condite con sugo di agnello e pecora

 

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