"Oggi il capoluogo d'Abruzzo ha bisogno di guardare avanti, e anche se la ferita restera' sempre bisogna parlare della voglia di ricostruzione che c'e', e in questo senso l'Italia non puo' e non deve dimenticare". Cosi' Nathalie Dompe', erede del colosso farmaceutico italiano dove lavora come manager, nell'ultima visita nello stabilimento Dompe' dell'Aquila, centro produttivo e di ricerca di rilievo del Gruppo, presieduto dal padre Sergio. "Il Gruppo ha un legame forte e piu' che ventennale con la citta', dove hanno sede il nostro polo produttivo e i nostri laboratori di Ricerca che occupano circa 250 collaboratori" spiega ancora Dompe', responsabile della Corporate Social Responsibility (Csr). La trentenne rampolla della famiglia Dompe' ricorda, tra le tante iniziative messe in campo dal gruppo dopo il terremoto del 6 aprile 2009, quella del cortometraggio "3:32", realizzato a cinque anni dalla tragedia, inserito tra i progetti finanziati dalla Csr, settore importante del gruppo guidato dall'amministratore delegato, Eugenio Aringhieri. "Il progetto nasce per ricordare la notte del 6 aprile quando il terremoto ha squarciato L'Aquila, cambiando per sempre il volto della citta' e dei suoi abitanti. Abbiamo pero' voluto celebrare questo anniversario sottolineando il desiderio di ricostruzione di un'intera comunita'. Sono stati i nostri dipendenti del polo aquilano, con le loro storie personali, a dare voce all'iniziativa che poi e' divenuta un cortometraggio dai tratti a volte duri, come l'argomento che narra, ma carichi di speranza - dice ancora la manager - Il bilancio di questo progetto e' senza dubbio piu' che positivo. Volevamo affrontare un tema delicato - conclude - e credo che ci siamo riusciti senza risultare invadenti".
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