Una fuga rocambolesca. Il funzionario canadese delle Nazioni Unite, Carl Campeau, tornato oggi libero, dopo una prigionia in Siria durata otto mesi, ha descritto l'episodio decisivo che ha portato alla sua liberazione. "I rapitori avevano dimenticato di chiudere a chiave la porta e sono riuscito a fuggire", ha dichiarato in un'intervista alla tv di Stato di Damasco, subito dopo un colloquio con il vice ministro degli Esteri siriano, Faisal al-Miqdad. L'agenzia di stampa ufficiale siriana 'Sana' ha diffuso un'immagine dell'incontro. Un episodio che ha riportato subito alla mente quanto accaduto a Domenico Quirico, l'inviato de 'La Stampa' liberato il mese scorso insieme allo storico belga, Pierre Piccinin, durante i 152 giorni nelle mani dei rapitori in Siria. Ma il giornalista e lo storico non avevano avuto la stessa 'fortuna' di Campeau. Quirico, infatti, ha raccontato che una sera i suoi rapitori avevano dimenticato di chiudere a chiave la porta della casa dove erano tenuti prigionieri. Ma il loro tentativo di fuga era fallito. Dopo essersi diretti verso il confine di Bab al Hawa, Quirico e Piccinin erano stati bloccati a un posto di blocco. "Ci hanno sparato, fermato e riportato verso la casa dove ci tenevano e ci hanno consegnato ai carcerieri per punirci - sono state le sue parole al ritorno in Italia - Ci hanno chiuso in una specie di sgabuzzino con le mani legate dietro la schiena, quasi incaprettati e ci hanno tenuti così per tre giorni. Il nostro valore era quello di una mercanzia".
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