"E' ancora molto difficile per il maschio italiano accettare una compagna o una moglie di potere. Una situazione, quella di essere 'il consorte' della vip, che alla lunga viene mal tollerata anche da chi appare inizialmente ben disposto". E' l'analisi di Massimo di Giannantonio, docente di psichiatria all'universita' di Chieti, che legge la crisi del matrimonio della ministra dell'integrazione Ce'cile Kyenge - balzata all'onore delle cronache dopo interviste incrociate ai protagonisti - come spia della difficolta' dei mariti italiani ad accettare la parita'. Non stupisce quindi "la crisi tra una donna che assume responsabilita' di rilievo nazionale e un marito che 'subisce' l'escalation della moglie", dice lo psichiatra all'Adnkronos Salute. Una situazione favorita, dal punto di vista psicologico, "da due fattori intrecciati tra loro: uno di carattere generale, ovvero il livello di parita' raggiunto dalla societa' in cui si vive, e uno piu' individuale". Dal punto di vista generale "la societa' italiana e' evidentemente piu' arretrata rispetto agli Stati del Nord Europa". All'interno di questo clima sociale, sul piano individuale il rapporto di coppia e' influenzato dalla difficolta' di vivere una condizione diversa. "Le responsabilita' della moglie vengono avvertite come minaccia alla propria mascolinita', come disconferma complessiva del proprio ruolo. Dietro questo ci sono diversi nodi: competizione, invidia e aggressivita'. Sentimenti sempre presenti, ma che in genere vengono controllati". In questi casi, invece, "si ingigantiscono a dismisura", conclude Di Giannantonio.
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