Nel 2013, in Italia, si e' registrata una riduzione delle nascite del 3,7% rispetto all'anno precedente, con un calo del tasso di natalita' da 9 a 8,5 nati per mille abitanti. Cio' significa che, dall'inizio della crisi a oggi, sono piu' di 62mila i nati in meno all'anno: siamo infatti passati dai 576.659 bambini del 2008 ai 514.308 del 2013.
A scattare la fotografia della natalita' italiana e' il Censis nell'indagine "Diventare genitori oggi", presentata questa mattina presso la Biblioteca del Senato
La consapevolezza della denatalita' e' molto elevata, l'88% sa che oggi si fanno pochi figli e per l'83% e' la crisi che rende piu' difficile la scelta di avere un figlio. Questa percentuale supera il 90% tra i giovani fino a 34 anni, coloro che subiscono maggiormente l'impatto della crisi e allo stesso tempo sono maggiormente coinvolte nella decisione della procreazione.
A pesare sulle difficolta' di procreazione degli italiani c'e' anche l'insufficienza delle politiche pubbliche a sostegno della famiglia. Il 61% degli italiani, infatti, e' convinto che le coppie sarebbero piu' propense ad avere figli se migliorassero gli interventi pubblici. Sgravi fiscali e aiuti economici diretti sono le principali richieste (71%), il 67% segnala l'esigenza di potenziare gli asili nido, il 56% fa riferimento ad aiuti pubblici per sostenere i costi per l'educazione dei figli (rette scolastiche, servizi di mensa o di trasporto).
Guardando alla famiglia e alle sue nuove forme, il 46% degli intervistati ritiene legittimo per i single avere la possibilita' di diventare genitore e il 29% pensa sia giusto anche per le coppie omosessuali. Giudizi sui quali, sottolinea infine il Censis, la fede religiosa ha un'influenza limitata: e' d'accordo il 43% dei cattolici praticanti nel primo caso e il 23% nel secondo.
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