La maggior parte dei dipendenti italiani (65%) non pensa che la propria azienda fornisca gli strumenti mobili o le applicazioni adatte per essere produttivi ed efficienti o delle policy in ambito mobile che assicurino la giusta flessibilità per lavorare in modo efficace in movimento (63%). Alla domanda se la divisione IT sia in grado di far fronte alle richieste da parte dei dipendenti di aver accesso alle applicazioni da più dispositivi mobili, circa la metà dei responsabili IT italiani (45%) non crede che il proprio dipartimento possa rispondere alle esigenze di mobilità dello staff in azienda. E' quanto emerge da un sondaggio di Vanson Bourne per VMware. L'81% dei responsabili IT in Italia (il dato più alto in Europa, dove la media è del 72%) dichiara di aver implementato o di avere in programma di implementare soluzioni a sostegno del BYOD. Un terzo (33%) degli intervistati dichiara che la motivazione è attrarre o trattenere i talenti in azienda. Inoltre, il 62% dei responsabili IT italiani intervistati dichiara che nel 2013 saranno predisposti sistemi e policy che assumano come norma e non come eccezione che i dipendenti siano mobili e accedano ai dati da remoto. "C'è una chiara tendenza che vede emergere una classe di 'ribelli della mobility' con una motivazione reale, una nuova ondata di dipendenti che usano i dispositivi mobili a proprio vantaggio per lavorare più efficacemente e guidare l'innovazione" ha dichiarato Alberto Bullani, regional manager di VMware Italia. Più della metà (59%) dei responsabili IT italiani crede che informazioni aziendali vengono salvate su dispositivi personali, ma solo il 27% di loro sospetta che queste informazioni possano essere commercialmente sensibili, rispetto al 49% della media europea. Questi dati evidenziano uno scollamento fra i responsabili IT e i dipendenti italiani, poiché solo il 32% dei lavoratori intervistati pensa che i dati salvati nei propri dispositivi personali non siano commercialmente sensibili. Secondo i decisori IT, la maggior parte (70%) dei responsabili aziendali in Italia è consapevole del problema legato ai dati commercialmente sensibili conservati negli smartphone, ma la cosa non li preoccupa o non pensano sia una priorità occuparsene. Il livello di indifferenza rispetto a questa questione in Italia è il più alto d'Europa, dove la media è del 45%.
© Riproduzione riservata
Utenti connessi: 2
Condividi: