L'olfatto e il sesso. Il legame è stato 'fotografato' da un team di ricercatori italiani che ha dimostrato infatti per la prima volta, in un articolo su 'Physiology and Behaviour', che non e' solo la femmina a modificare il proprio comportamento in risposta ai feromoni maschili, ma anche il contrario. "Possiamo proprio parlare di 'female effect', perche' abbiamo dimostrato come i feromoni sessuali femminili agiscono sul sistema neuroendocrino e sul comportamento del maschio. Per il momento nell'asino, ma il risultato e' estensibile anche alla nostra specie", spiega Andrea Mazzatenta del Dipartimento di Psicobiologia animale della Facolta' di Veterinaria dell'Universita' di Teramo, che insieme al team di Augusto Carluccio ha firmato la ricerca.
"In questa ricerca dimostriamo come il maschio non sia una semplice macchina sessuale, ma sia stato 'progettato' per modificare il proprio comportamento in risposta a chemiosegnali specifici che gli arrivano dalla femmina - racconta - Ci siamo concentrati su un'antica razza di asino, l'asino di Martina Franca, perche' c'e' una facility di questi animali a Teramo. Nella struttura si cerca di tenere le femmine in estro tutto l'anno con l'aiuto di dieta e illuminazione, e si filma la reazione dei maschi. Cosi' abbiamo potuto notare che il comportamento degli stalloni cambia in base alla composizione chimica dei feromoni rilasciati dalle femmine. In pratica, il comportamento del maschio varia se le asine si trovano nella normale stagione riproduttiva (che va dalla primavera al primo autunno), o in quella 'artificiale' (autunno-inverno)".
Ma in che modo? "Le femmine mandano chemiosegnali ai maschi nelle urine e nel sudore, 'indizi' che opportunamente decodificati - spiega l'esperto - dicono al maschio che c'e' una femmina ricettiva. Attraverso una particolare smorfia il maschio aspira i feromoni, e quando capisce che c'e' una potenziale compagna, si discosta e si isola. Un comportamento apparentemente insolito che invece gli serve proprio per arrivare alla concentrazione ormonale chiave per ottenere l'erezione. Ebbene, questo isolamento nella stagione riproduttiva 'anomala' diventa piu' lungo: questo perche' il maschio fatica di piu' a produrre e rilasciare nel sangue gli ormoni necessari. Un cambiamento che ci spiega come sono proprio i segnali femminili a influire sul comportamento maschile", sottolinea il ricercatore.
"Ebbene, nei cani - dice Mazzatenta - le stagioni degli amori sono due o tre, mentre negli esseri umani hanno l'andamento del ciclo femminile. Sono convinto che i risultati della ricerca suggeriscano il potere dei feromoni delle femmine sul comportamento del maschio, anche di quello umano. Una novita', visto che fino ad ora era stato dimostrato il contrario: ovvero che le femmine in particolari periodi del mese reagivano in modo diverso ai feromoni maschili. Chemiosegnali ricchi di indizi sul momento fertile o meno della donna, che il maschio sarebbe progettato per decifrare: si sa infatti - conclude - che se la partner e' in fase fertile, lui rilascia una maggior quantita' di seme".
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