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Pubblicato il 24/11/2014 22:10

Centrodestra alle prese con l'analisi del dopo voto

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Il voto in Emilia e Calabria aumenta le tensioni nel centrodestra. Sconfitto in Emilia Romagna ed in Calabria (quarta regione, dopo Sardegna, Abruzzo e Piemonte, consegnata in 9 mesi al governo del centrosinistra), colpito dall'astensionismo record il centrodestra e' paralizzato da guerre fratricide. La Lega cresce mangiandosi Forza Italia, Salvini ruba scena e voti a Berlusconi con il suo mantra antieuropeo e gia' si immagina come leader del centrodestra e persino come futura alternativa a Renzi. Ncd gioisce della sua tenuta, ma Alfano ammette che solo uniti si vince. Il centrodestra si presenta dunque fiaccato e diviso ad appuntamenti cruciali come l'elezione del nuovo Capo dello Stato, la riforma della legge elettorale, il voto di primavera in altre 7 regioni. "L'idea di allearmi con Alfano non mi sfiora neanche lontanamente", sbarra la strada ad un'ipotetica riunificazione Matteo Salvini, a poche ore dal voto. Gli stessi alfaniani, che da mesi vanno ripetendo di non aver nulla a che spartire con una Lega lepenista e xenofoba, non correggono il tiro e respingono al mittente l'idea di Salvini di ignorare Alfano ma non pezzi del suo partito. "Siamo tutti Alfano", stoppa l'opa leghista sul centrodestra il capogruppo Ncd al Senato Sacconi. Alla piu' berlusconiana del Nuovo centrodestra, il capogruppo Ncd alla Camera Nunzia De Girolamo, tocca il compito di chiudere la porta: "Se qualcuno pensa di costruire l'alternativa a Renzi con veti, presunzione di verita' e continue e ingiustificate aggressioni personali, non andiamo sicuramente lontano". Mentre Lega ed Ncd si attaccano a vicenda, Forza Italia implode e paga sulla sua pelle la scelta di Berlusconi di aver aperto con il Patto del Nazareno la linea del dialogo con Matteo Renzi, spianando per Salvini l'autostrada del voto di dissenso al governo. E vista la buona performance di Ncd-Udc in Calabria (con il candidato Nico D'Ascola al 9%) pare che il Cav abbia ammesso l'errore della rottura con l'ex delfino Alfano, riproponendosi di non commettere lo stesso errore per esempio in Campania, dove la vittoria in primavera senza rotture Fi-Ncd sarebbe a portata di mano. Ma Berlusconi e' soprattutto alle prese con la rivolta interna, capitanata da Raffaele Fitto che esplicitamente parla di "drammatico risultato" per Forza Italia e chiede l'azzeramento delle cariche. Per la prima volta l'ex Cavaliere viene messo in discussione non solo dagli oppositori interni, ma da persone tradizionalmente a lui vicine, che non esitano a parlare di sconfitta e di un necessario scatto in avanti, polemizzando con la selezione di 25 nuovi volti per il "futuro" a Villa Gernetto. "Non serve X Factor", chiosa il ministro Ncd Maurizio Lupi, invitando a rimettere insieme i pezzi del centrodestra pero' "senza la Lega di Salvini". Ma come ammette Giovanni Toti "Fi e la Lega da sole non vanno al governo". Un centrodestra a trazione berlusconiana oggi sembra cimelio del passato, ma Berlusconi non cede posizioni, invita a smorzare le polemiche e chiede di concentrarsi sulle battaglie "davvero importanti".

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