Approvata in prima lettura la riforme del Senato - che il Colle ha sempre considerata propedeutica al buon funzionamento del meccanismo legislativo - bisogna aggredire la crisi e varare misure di impatto immediato e piu' facilmente comprensibili all'opinione pubblica. In due ore e mezzo di colloquio a Castelporziano il premier Matteo Renzi ha illustrato al capo dello Stato le prossime mosse dell'esecutivo su tutti i fronti - dalle crisi internazionali alla partita delle nomine europee, dalle misure per sbloccare l'Italia alla riforma della Giustizia - garantendo a Giorgio Napolitano velocita' ed accuratezza nella preparazione dei provvedimenti. Ed anche rigore sull'equilibrio dei conti pubblici. In un clima di grande sintonia il presidente si e' trovato d'accordo con Renzi sul fatto che la forte legittimazione politica scaturita dalle elezioni (seppur europee) deve tenere gonfie le vele di un Governo che, dopo le esperienze Monti e Letta, e' decisamente politico. Benissimo quindi trovare il maggior numero di voti in Parlamento sui singoli provvedimenti ma il timone deve restare saldamente a Palazzo Chigi. Certo, su materie estremamente sensibili - come la riforma della Giustizia - potrebbe essere pericoloso procedere a colpi di maggioranza. Quello della giustizia, peraltro, e' un tema profondamente caro al Colle, come si evince dai reiterati appelli di Napolitano, da sempre preoccupato per un sistema giudiziario vicinissimo al collasso. Tra l'altro il cambio dei toni di Silvio Berlusconi nei confronti delle toghe ha rappresentato, per il Quirinale, un vero punto di svolta per mettere finalmente mano all'intero settore. "Dopo il riconoscimento espresso" da Berlusconi "sull'equilibrio e il rigore ammirevoli che caratterizzano il silenzioso ruolo della grande maggioranza dei magistrati", si delineano le condizioni per una riforma della giustizia condivisa, disse poco prima delle vacanze il presidente. Apertura prontamente accolta da Renzi che ieri ha annunciato che il testo di riforma sara' gia' pronto per il consiglio dei ministri del 29 agosto. C'e' da giurare che il Colle osservera' con attenzione il provvedimento. Il capo dello Stato, quasi in un gioco di squadra con il premier Matteo Renzi, archiviata la sbornia elettorale, torna a spiegare, pur nella calura agostana, che il problema e' ora quello di passare rapidamente alle decisioni e alle azioni per "aprire la prospettiva di un nuovo sviluppo per l'Italia". Invito che Renzi ha gia' da settimane metabolizzato consapevole del fatto che non c'e' neanche il tempo di aspettare settembre per far muovere il Paese.
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