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Pubblicato il 14/02/2013 22:10

Il Pil italiano diminuito del 2.2% nel 2012

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Il Pil italiano cala per il sesto trimestre consecutivo: tra ottobre e dicembre del 2012 e' diminuito dello 0,9% e del 2,7% su base annua. Secondo le stime Istat il calo congiunturale e' la sintesi di diminuzioni del valore aggiunto in tutti i comparti di attivita' economica: agricoltura, industria e servizi. Sei trimestri di flessione congiunturale negativa non si verificavano da 20 anni, tra il 1992 e il 1993.
Nel 2012 il Pil corretto per gli effetti di calendario e' diminuito del 2,2% rispetto all'anno precedente e la variazione acquisita per il 2013 e' pari a -1%. Quel che e' accertato - e lo rileva oggi l'Ocse - e' che negli ultimi anni in Italia "il Pil pro capite ha continuato a contrarsi, collocandosi ben al di sotto della media superiore dell'Ocse". Questo si legge nel rapporto 'Going For Growth 2013' elaborato dall'organizzazione di Parigi. Il rapporto sottolinea come nel paese, "nonostante un aumento dell'intensita' di capitale, la crescita della produttivita' del lavoro e' stata modesta e l'utilizzo della forza lavoro rimane basso".
Dati negativi anche per Germania, Francia ed Eurozona dove il Pil e' sceso dello 0,6% nel quarto trimestre, il peggior calo dal 2009. E su base annua ha registrato una diminuzione dello 0,9%, secondo le stime pubblicate oggi da Eurostat. I timori della recessione in Europa affossano le borse, mentre lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi equivalenti risale a quota 278, 6 punti sopra i valori della chiusura di ieri, dopo a essere sceso a un minimo di 265 punti.
La Bce vede un recupero dell'economia nella seconda parte dell'anno ma lancia l'allarme disoccupazione, soprattutto per i giovani. "Per l'area dell'euro ci si attende una debolezza dell'economia nella prima parte del 2013", si legge nel bollettino mensile di Francoforte, "in particolare, gli aggiustamenti di bilancio necessari nei settori pubblico e privato seguiteranno a gravare sull'attivita' economica". "Nel prosieguo del 2013 l'attivita' dovrebbe recuperare gradualmente".
Il mercato del lavoro dell'area dell'euro "ha continuato a deteriorarsi, mentre dalle piu' recenti indagini previsive emergono segnali di ulteriori dinamiche negative nel prossimo futuro", prosegue la Bce. In particolare "i lavoratori giovani e scarsamente qualificati sono stati particolarmente colpiti dalla crisi". Il tasso di disoccupazione nell'Eurozona e' destinato ad attestarsi al 12,1% nel 2013 per poi scendere all'11,9% nel 2014 e all'11,2% nel 2015, risulta dalla 'Survey of Professional Forecasters' trimestrale contenuta nel bollettino. Si tratta di un deciso peggioramento rispetto alle proiezioni del trimestre precedente, quando era stato calcolato un tasso di disoccupazione pari all'11,6% nel 2013 e all'11,2% nel 2014. In un orizzonte temporale piu' ampio, e' atteso un tasso di disoccupazione del 9,5% nel 2017.
Infine, nonostante un rafforzamento della raccolta di depositi bancari e da nuovi afflussi di capitali nell'Eurozona, prosegue la stretta sul credito nell'eurozona, con i prestiti alle imprese calati dell'1,3% a dicembre dopo essere scesi dell'1,5% a novembre. Il tasso di crescita dei prestiti alle famiglie e' invece rimasto stabile allo 0,7% a dicembre.
Le borse europee hanno chiuso in rosso depresse dai dati negativi sui Pil di Eurozona, Italia, Francia e Germania. A Londra l'indice Ftse 100 cede lo 0,5% a 6.327,36 punti, a Parigi il Cac 40 arretra dello 0,78% a 3.669,60, a Francoforte il Dax 30 perde l'1,05% a 7.63,19 punti. In calo anche Milano, -1% e Madrid -0,67%.

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