Il governo e' a disposizione del Parlamento e se le Camere chiedono un intervento sulla legge elettorale, ma solo in questo caso, "sono pronto a ragionare" anche perche' il Porcellum e' "il male assoluto". Il premier Enrico Letta torna sul dossier caldo della riforma del sistema di voto e non esclude un intervento dell'esecutivo in materia. Ma solo qualora dovesse essere chiamato in causa dalle Camere.
Il presidente Giorgio Napolitano ha invitato a trovare una soluzione prima del verdetto della Consulta (previsto per il 3 dicembre) perche' "la dignita' del Parlamento e delle forze politiche si difende non lasciando il campo ad un'altra istituzione". E' comunque difficile ipotizzare, al momento, un intervento del governo. Contro il quale, per altro, si schierano in tanti. Un concetto su cui si sofferma anche ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello. "Il governo puo' aiutare - puntualizza - il dibattito parlamentare, non gia' sostituirsi ad esso attraverso la mannaia" del decreto. La riforma "non si fa per decreto", dice Pino Pisicchio, capogruppo del Misto a Montecitorio. Sarebbe "un suicidio assistito" delle Camere, concorda Gennaro Migliore presidente dei deputati di Sel. Se qualcosa e' destinato a smuoversi lo si capira', comunque, domani. La commissione Affari Costituzionali e' infatti chiamata ad esprimersi su due odg (ma se ne potrebbero aggiungere uno del Pdl e uno dei grillini) sulla riforma. Uno a firma Pd-Sel-Sc per il doppio turno di coalizione e uno della Lega per il ripristino del Mattarellum. In entrambi i casi, pero', anche qualora i documenti dovessero passare, avrebbero a loro sostegno una maggioranza risicata (e difficile da confermare in Aula). Sulla carta, infatti, a favore del doppio turno ci dovrebbero essere 14 voti e altrettanti contro. Mentre sul Mattarellum ci sono i 3 voti di Lega e Sel ai quali non e' escluso si possano aggiungere quelli dei grillini (che a suo tempo, pur non sposando quel modello, votarono a favore della mozione Giachetti) che potrebbero diventare maggioranza con quelli del Pd. Sembra, comunque, difficile ipotizzare che i Dem - che faranno il punto in una riunione del gruppo - possano convergere su questa proposta. Se non ci saranno testi approvati si certifichera' lo stallo. E tutto, di fatto, sara' rinviato alla Consulta. Anche se dall'area renziana si potrebbe chiedere un tempo 'contingentato' in commissione per passare poi a un voto dell'Aula.
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