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Pubblicato il 06/01/2014 00:12

Letta accelera sull'agenda di governo

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Enrico Letta, dopo aver messo in stand by la vicenda Fassina, ha intensificato i contatti con esponenti di governo e partner della maggioranza in vista del patto di governo che il presidente del consiglio vuole chiudere al massimo in 3 settimane. L'addio del viceministro non necessita per Palazzo Chigi di una soluzione immediata ma l'eventualita' di una sostituzione sara' affrontata al termine della definizione delle priorita' per il 2014 quando, se necessario, i partner di maggioranza affronteranno il nodo del rimpasto. Nonostante i vari fronti aperti, infatti, il presidente del consiglio resta ottimista sul fatto che si trovera' una buona intesa tra gli attori della maggioranza sul programma per il 2014. Negli affondi del segretario del Pd, Letta preferisce non vedere minacce per il governo nonostante anche tra i ministri si stia diffondendo la sensazione che Matteo Renzi punti dritto al voto nel maggio del 2014. Ai retroscena dei giornali e alle analisi degli osservatori esterni, Letta preferisce il confronto faccia a faccia e l'incontro con il segretario del Pd sara' uno dei primi, gia' la prossima settimana.

Il presidente del consiglio e' consapevole che a lui spettera' il ruolo scomodo di fare la sintesi tra i desiderata del rottamatore e i paletti di Angelino Alfano ma questo non vuol dire, chiariscono ambienti a lui vicino, che il premier non fara' pesare le sue condizioni perche' il governo vada avanti. E per il premier, che punta a definire non solo un decalogo delle cose da fare ma anche un cronoprogramma dei tempi entro quali realizzarle, sono soprattutto tre i dossier irrinunciabili, pur aperto alle proposte altrui: il lavoro, cogliendo anche i segnali di ripresa e di fiducia dei mercati, la correzione di rotta dell'Unione Europea che sara' l'obiettivo del semestre di presidenza italiana. E le riforme istituzionali che per Letta sono il superamento del bicameralismo perfetto e la riduzione del numero dei parlamentari. La riforma della legge elettorale, una delle spine dell'alleanza di governo, dovrebbe essere per il premier una sorta di allegato al contratto di coalizione. Quanto meno nella definizione del metodo politico con cui procedere in Parlamento al quale comunque, secondo Letta, spetta la riforma del Porcellum. Letta e' consapevole del potenziale esplosivo se il leader Pd stringesse un'intesa con Silvio Berlusconi. Cosi' come sa che avviare un rimpasto per riequilibrare il governo e' un risiko complesso. Ma sulla ridefinizione della squadra di governo il premier non mette preclusioni, pur difendendo gli attuali ministri: al termine della stesura dell'agenda 2014, se qualcuno lo chiedera' e se i leader di maggioranza valuteranno che i ministri non sono piu' all'altezza dei nuovi obiettivi, si valuteranno sostituzioni

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