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Pubblicato il 20/12/2012 00:12

Monti non scioglie i dubbi, si vota il 24 febbraio

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Alle urne il 24 febbraio. La prima certezza per quanto riguarda le elezioni 2013 c'è e riguarda la data. Dopo una guerra tra fazioni contrapposte, accelerazioni e rinvii, il dado ormai e' tratto. A indicare la data mettendo fine alle polemiche il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri, che ha riferito che andare alle urne il 24 sarebbe preferibile per gestire al meglio la macchina organizzativa.

Il Pd si dice pronto e il Pdl plaude alla soluzione, mentre Silvio Berlusconi continua la sua offensiva mediatica. Il Cav e' in campo? 'Sono costretto dalla situazione che si e' determinata', spiega in un'intervista tv.

Salvo sorprese, si va dunque al voto nell'ultima domenica di febbraio, mentre resta sul tavolo l'incognita Monti. L'incontro oggi a Palazzo Chigi con Luca Cordero di Montezemolo, il ministro Andrea Riccardi e Pier Ferdinando Casini sembra avvalorare la tesi di una lista intitolata al Professore con l'Udc e Fli. E magari i transfughi del Pdl. Il partito berlusconiano resta infatti fuori dai giochi.
'Non mi pare propriamente un 'montiano'', chiosa Riccardi. E oggi il movimento Verso la terza Repubblica mette in moto la macchina elettorale dando il via alla raccolta delle firme.
In realta' il premier una decisione l'avrebbe gia' maturata, stando almeno a quanto riferisce Casini. "Secondo me Monti non e' indeciso - dice il leader centrista - in cuor suo la decisione l'ha gia' presa ma rispetta le regole, aspetta lo scioglimento delle Camere". A stretto giro dall'incontro, sul sito 'puoicontarci.org' parte la raccolta firme per la lista Montezemolo-Riccardi.
Evidentemente non solo una coincidenza, ma un indizio quasi certo della 'benedizione' del premier all'iniziativa.

Si resta tuttavia sul campo delle supposizioni mentre si attende la parola di Monti, l'unico che possa fugare ogni dubbio. Gli interrogativi sulla data delle dimissioni del presidente del Consiglio hanno pero' portato all'annullamento della tradizionale conferenza stampa di fine anno dove si attendevano le parole chiarificatrici del premier. Prevista per il 21 dicembre, e' stata rinviata dall'ordine dei giornalisti a data da destinarsi. Secondo Riccardi, Monti parlera' sabato o domenica.

Per il ministro, tuttavia, il premier non scendera' in campo, "nel senso che questo e' un genere calcistico che non gli appartiene - spiega - Il Professore sta impegnandosi in una serie di conversazioni con tantissime persone con tutte le opinioni e si sta interrogando su come essere utile al paese. Sta preparando il suo discorso, quello che posso dire e' che per me l'agenda Monti e il Professore possono avere un ruolo importante per l'Italia"

Ma se anche dovesse scegliere di giocare da protagonista la partita, il Pdl ha ormai rinunciato a Monti nelle vesti di federatore dei moderati. "Il ponte levatoio aperto da Silvo Berlusconi nella direzione dell'area Monti - accusa Angelino Alfano dallo studio di 'Porta a Porta' - e' stato bombardato dalle dichiarazioni di stampa del centro che hanno detto con Berlusconi mai... ma quella era o sarebbe stata la strada giusta". Il Pdl volta pagina e si affida nuovamente al Cavaliere, che da un lato continua l'offensiva tv e dall'altra smussa le asperita' con il Carroccio.

"Silvio Berlusconi e' in campo e sono convinto che la Lega verra' con noi - dice Alfano - L'esito positivo di questo pronostico ci sara' nei prossimi giorni". Parole che sembrano trovare una conferma nelle dichiarazioni di Matteo Salvini, segretario della Lega in Lombardia. "Mai con Silvio? Di sicuro c'e' solo la morte - dice il giovane 'lumbard' - e il governo della Lombardia merita qualsiasi sacrificio. Certo accettare Berlusconi sarebbe un sacrificio di quelli grossi, un sacrificione".

E mentre il Pdl tenta una 'riconciliazione' con l'alleato di sempre, il Pd mostra di non temere un'eventuale discesa in campo del Professore. "Siamo interessati in ogni caso ad avere un rapporto interlocutorio con Monti qualsiasi decisione prenda", si dice certo Bersani, a Bruxelles per un incontro con il presidente dell'eurogruppo, Jean-Claude Juncker.

Intanto vanno avanti i lavori delle Camere in vista dello scioglimento. L'attenzione e' rivolta soprattutto alla legge di stabilita', ancora in discussione al Senato seppur l'aula di Montecitorio, stando all'impegno assunto da Fini dopo un battibecco con il Pdl, dovrebbe essere pronta a licenziarla gia' venerdi'. Domani si comincia alle 9.30 con l'esame del decreto legge sulle firme per le liste elettorali, poi si dovrebbe passare all'ultimo atto con la legge finanziaria.

In attesa che il Senato trasmetta il testo, e' intato arrivato il parere favorevole delle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera, all'unanimita' ma con alcune osservazioni, al decreto legislativo sulle cosiddette liste pulite. Il provvedimento aveva gia' avuto martedi' scorso il parere favorevole delle Commissioni competenti del Senato.

Il decreto legislativo rende operativa la legge anti corruzione nella parte in cui introduce il divieto di candidarsi a coloro che sono stati condannati per delitti non colposi con sentenza passata in giudicato. Misure che potrebbero diventare definitive a stretto giro, con un consiglio dei ministri convocato ad hoc, cosi' da rendere possibile l'applicazione gia' alle prossime elezioni politiche del 24 febbraio. La partita e' aperta e il countdown e' iniziato.

 

 

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