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Pubblicato il 25/11/2013 07:07

Napolitano gela Berlusconi sulla grazia

napolitano, berlusconi

''Non ci sono le condizioni'' per un provvedimento di clemenza come la grazia ed anzi Silvio Berlusconi moderi le sue parole ed eviti ''giudizi e propositi di estrema gravita', privi di ogni misura nei contenuti e nei toni''. Le parole ''golpe'' e ''colpo di Stato'', unite a quel ''mi dia la grazia'', pronunciate l'altro ieri dal Cavaliere, non sono proprio piaciute al capo dello Stato. Giorgio Napolitano, dopo una notte di riflessione, ha fatto trapelare la sua posizione, riconducendo all'ordine l'ex premier e sgombrando ancora una volta il campo da congetture e speculazioni su un suo intervento pro-Cavaliere che si discosti da quanto sancito ufficialmente gia' lo scorso 13 agosto. Immediate le reazioni dei fedelissimi di Berlusconi: ha aperto il fuoco di fila delle dichiarazioni Maurizio Gasparri che si dice ''sbigottito'' dall'uscita del Quirinale. Segue Renato Brunetta che definisce Giorgio Napolitano ''uomo di parte'' rappresentando la ''delusione'' di tutta Forza Italia per le parole del presidente. Mentre Raffaele Fitto ricorda al Colle gli articoli 17 e 21, sulla liberta' di manifestazione e di espressione. Niente grazia, quindi. E non poteva essere diversamente, dal punto di vista del Colle, visto che Berlusconi non solo non ha seguito le indicazioni suggerite dal Quirinale sin dallo scorso agosto, ma se ne e' distaccato sempre piu' fino ad arrivare ad evocare un ''colpo di stato'' nei suoi confronti. Allora tocca rileggersi l'ormai famoso comunicato del 13 agosto per capire le ragioni della presa di posizione odierna del Quirinale. ''Negli ultimi anni, nel considerare, accogliere o lasciar cadere sollecitazioni per provvedimenti di grazia, si e' sempre ritenuta essenziale la presentazione di una domanda'', come previsto dal codice di procedura penale, premetteva la nota. ''Ad ogni domanda in tal senso, tocca al Presidente della Repubblica far corrispondere un esame obbiettivo e rigoroso - sulla base dell'istruttoria condotta dal Ministro della Giustizia - per verificare se emergano valutazioni e sussistano condizioni che senza toccare la sostanza e la legittimita' della sentenza passata in giudicato, possono motivare un eventuale atto di clemenza individuale che incida sull'esecuzione della pena principale''. Condizioni che, evidentemente, non si sono realizzate. Il Quirinale sottolinea come il Presidente della Repubblica si sia messo sempre ''in coerenza con la sua ampia dichiarazione pubblica del 13 agosto''. Ma dall'altra parte quella nota non e' stata considerata: ''nulla e' risultato pero' piu' lontano del discorso tenuto sabato dal sen. Berlusconi dalle indicazioni e dagli intenti che in quella dichiarazione erano stati formulati'', precisa il Colle. Che chiude la reprimenda con un ''pacato'' invito ''a non dar luogo a comportamenti di protesta che fuoriescano dai limiti del rispetto delle istituzioni e di una normale, doverosa legalita'". E tra soli tre giorni il Senato votera' la decadenza di Berlusconi mentre Forza Italia chiama i sostenitori a scendere in piazza contro il ''golpe''

Silvio Berlusconi non nasconde la sua rabbia per la reazione del Colle alla sua richiesta di grazia 'spontanea' da parte di Giorgio Napolitano. Basta leggere il fuoco di fila di dichiarazioni degli esponenti di Forza Italia, dai maggiorenti ai peones, per capire quanto sia irato con il capo dello Stato. Non che si aspettasse qualcosa di diverso sul tema della grazia, spiegano i suoi 'fedelissimi'. Quello che lo ha sorpreso, e profondamente irritato, e' stato il richiamo del Colle alla necessita' che la manifestazioni resti nella "legalità". Come se fossimo degli estremisti o dei delinquenti, ha protestato il Cavaliere con qualche deputato. E' cosi' che e' partito l'ordine di scuderia che ha dato il via al bombardamento di dichiarazioni dei parlamentari di Fi. Il piu' duro di tutti e' stato certamente Sandro Bondi che accusa il capo dello Stato di "assumersi una grande responsabilita'" nel non "utilizzare le prerogative che la Costituzione gli assegna al fine di sanare una grave ingiustizia". Il senatore di Fi, inoltre, ribadisce di reputare la decadenza di Berlusconi un vero e proprio "colpo di Stato". Nei confronti di Napolitano e' un crescendo di rilievi e critiche. Comincia Gasparri che si dice "sbigottito" dalla nota del Quirinale. Segue Matteoli che parla di Napolitano come di un "avversario" del Cavaliere. Per Brunetta ormai il presidente della Repubblica e' "di parte", mentre Fitto ricorda al Colle gli articoli 17 e 21 della costituzione sulla liberta' di manifestazione e di espressione. 

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