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Pubblicato il 25/10/2013 23:11

Pronto il ritorno a Forza Italia, l'8 dicembre la presentazione

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Addio al Pdl con l'annullamento di tutte le cariche, inclusa quella di Angelino Alfano. Silvio Berlusconi riprende le redini del movimento e l'8 dicembre un Consiglio nazionale sancira' il ritorno a Forza Italia, con un nuovo organigramma. I lealisti esultano: il Cavaliere mette nell'angolo Alfano, anche se gli conferma stima e ribadisce la volonta' di mantenere unito il partito. Un epilogo che costringe il vicepremier a fermarsi davanti ad un bivio per valutare il da farsi. Intanto, a dispetto dei governativi, il Cav torna a minacciare la tenuta del governo, se il Pd votera' si' alla decadenza.

Un partito sempre "accusato di essere di plastica", ammette Berlusconi, dopo 20 anni si e' scoperto partito "reale", diviso in due da "ambizioni" e "contrasti personali". Ed e' una guerra di posizione tra lealisti e governativi, quella che va avanti per tutta la giornata e proseguira' nelle prossime settimane, che si annunciano sofferte. A poche ore dall'ufficio di presidenza che potrebbe segnare la rottura, Alfano riunisce i ministri a Palazzo Chigi, mentre i governativi si preparano a firmare un documento per chiedere di rinviare l'ufficio di presidenza della resa dei conti, in cui sono in netta minoranza (19 contro 5). Raffaele Fitto e i lealisti si riuniscono a casa di un deputato e preparano un contro-documento per ribadire la necessita' di azzerare le cariche e tornare a Forza Italia. A quel punto scende in campo Berlusconi, che riceve i ministri all'ora di pranzo a Palazzo Grazioli e cerca di evitare il peggio.

Il Cavaliere spiega ad Alfano che ha intenzione di andare avanti sulla via tracciata, ma gli assicura di voler lavorare per l'unita' della nuova Forza Italia. Gli chiede di lasciarlo fare. E il segretario del Pdl accetta: "Il mio contributo all'unita' e' di non partecipare" all'ufficio di presidenza, spiega in una nota. Tutti i cinque governativi che ne fanno parte non si presentano. E passa cosi' la linea dei lealisti: l'azzeramento delle cariche e il ritorno a Fi. Ma i governativi per ora non rompono, spiegano, perche' a sancire il nuovo corso dovra' essere il Consiglio nazionale (che il Cav fissa per l'8 dicembre, in contemporanea con le primarie per il segretario del Pd). Ora parte la conta, e' ancora da decidere che volto avra' la nuova Forza Italia. E cosi' passa all'unanimita', ma solo per l'assenza dei contrari, il documento che conferma per ora sostegno al governo (con l'impegno a ridurre le tasse) e soprattutto sancisce la rinascita di FI, cancellando il Pdl. Berlusconi lo legge per intero, quando si presenta davanti alle telecamere, nel 'parlamentino' di Palazzo Grazioli, per spiegare le decisioni di questa giornata. E nelle sue parole emerge la volonta' di non perdere una parte dei suoi, mentre la da' vinta agli altri. Ad Alfano ("gode del mio affetto, della mia amicizia e della mia stima") e ai ministri conferma la "fiducia" ma solo se si atterranno alla linea decisa "dalla maggioranza del partito". Pero' torna presidente di Forza Italia, in cui distribuira' "con saggezza" i ruoli anche a "persone nuove". Alfano non e' piu' segretario, Verdini e Bondi non sono piu' coordinatori. Sul fronte del governo, il Cavaliere racconta le ore drammatiche in cui i ministri e alcuni senatori ("timorosi di non essere rieletti") lo hanno costretto alla retromarcia sulla fiducia. Ma ribadisce che e' una fiducia condizionata: se il Pd votera' la decadenza sara' "molto difficile continuare a collaborare" con chi diventa suo carnefice avallando "un disegno preciso di certa magistratura" per farlo fuori. 

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