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Pubblicato il 08/11/2014 08:08

Renzi - Berlusconi, i retroscena del futuro del Patto del Nazareno

berlusconi, renzi

Per Matteo Renzi il patto del Nazareno resta per ora il piano A per incassare l'Italicum. E per convincere Silvio Berlusconi a rimettere in piedi lo "scricchiolante" tavolo dell'intesa, il premier usa il doppio registro: da un lato i pontieri sono al lavoro, dall'altro i fedelissimi avvisano Fi che si va avanti comunque, "con chi ci sta in Parlamento", dice il ministro Boschi, o "a maggioranza", minaccia Debora Serracchiani. Ultimatum che non accelerano per ora la decisione del Cavaliere mentre il "secondo forno" di un'eventuale accordo, M5S, non lancia segnali di apertura. Il premier punta ad ottenere entro martedi', quando l'Italicum sara' incardinato in commissione, una risposta definitiva da Silvio Berlusconi. "Il patto del Nazareno non puo' essere fermato e rallentato - incalza Renzi - perche' qualcuno ha paura di mandare avanti le riforme. Se qualcuno pensa di fare il temporeggiatore, noi diciamo che andiamo avanti anche da soli perche' c'e' un senso di urgenza sulle riforme".

Se Renzi vuole spingere sull'acceleratore della legge elettorale, Fi chiede "il rispetto dei patti", ovvero che ogni modifica dell'accordo venga concordato tra dem e azzurri, come fatto finora. E il vero pomo della discordia e' il premio alla lista e non piu' alla coalizione, come nella versione approvata alla Camera. "Siamo molto vicini ad un accordo: - minimizza le differenze il ministro Boschi - abbiamo i capilista scelti dal partito e le preferenze per gli altri; manca qualcosa sulle percentuali". Differenze che o verranno colmate o, aggiunge, "noi dovremo andare avanti comunque con gli altri partiti". Ami lanciati in primis ai grillini che, pero', negano assi con il Pd dopo l'accordo sulla Consulta. "Renzi bluffa sempre", taglia corto il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. La colpa dello stallo del patto del Nazareno sono le divisioni dentro Fi, accusa Boschi invitando il Cavaliere a prendere in mano la decisione. Altro che liti azzurre, ribatte Giovanni Toti, "e' il Pd che ci ha chiesto ben nove cambiamenti, mentre il nostro partito non ne ha proposto nemmeno uno". Gli azzurri chiedono chiarezza sulle intenzioni: "se il Pd ha deciso di rompere gli accordi presi lo dica apertamente". Berlusconi valuta la strategia e nel frattempo chiede ai suoi di abbassare i toni. In questa situazione di stallo, si infila la Lega che con Roberto Calderoli si dice pronta a "ridiscutere tutto". E Ncd spera di contare di piu' nel tavolo della trattativa, che nel vertice di maggioranza di lunedi' avra' il primo round. "Se scricchiola, quel patto ci riguarda poco", osserva Angelino Alfano pronto ad alzare muri contro "maggioranze variabili" sulle scelte di governo.

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