Il timore di un flop ai gazebo per le primarie resta forte in casa Partito Democratico. Matteo Renzi lo esorcizza dicendo che anche se votasse un milione di persone sarebbero le primarie con piu' partecipazione d'Europa.
L'obiettivo sara' anche quello di motivare gli elettori Pd ma il metodo usato dal sindaco viene bollato come "scorretto" e "irresponsabile" dai suoi critici. Non solo. Anche rivelatore della sua reale volonta' di andare al voto anticipato. In consonanza con il Cavaliere. "E' preoccupante questo assist a Berlusconi", attacca il suo principale competitor, Gianni Cuperlo. Che avverte: questo atteggiamento "mette a rischio l'unita' del partito".
Non tutti lo seguiranno sulla linea dura nei confronti di Letta. Anche perche' si sottolinea nell'area vicina al candidato ex Ds, senza i 30 alfaniani il governo cade e allora, se questo e' l'obiettivo, va detto chiaramente. Pippo Civati, dalla sua convention bolognese bolla l'offensiva renziana come l'ennesima "giravolta" dalla quale, pero', si dice certo che "gli elettori del Pd non si faranno abbindolare". Getta acqua sul fuoco il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini, che sostiene Renzi al congresso e assicura che il sindaco "non fara' cadere Letta" anche perche' "tra Enrico e Matteo c'e' un'intesa". Quello che è certo è comunque, che il rottamatore continuerà a tenere alta la tensione in vista dell'Immacolata. D'altra parte, mentre Cuperlo prevede due milioni di votanti e Civati addirittura tre, l'asticella minima che dalle parti del sindaco mettono per domenica e' da un milione e mezzo di elettori in su.
"Sotto il milione e mezzo - ammette un parlamentare renziano - e' da prevedersi una specie di Vietnam". Sotto quella cifra, infatti, la portata dell'eventuale vittoria del sindaco potrebbe venire sminuita dai suoi avversari e, in ogni caso, porterebbe Renzi a non arrivare a una percentuale con il sei davanti. In questo caso i pesi nell'Assemblea, eletta contestualmente al segretario, cambierebbero e di molto. Non solo nel rapporto con la componente cuperliana e civatiana, ma anche all'interno dell'area che sostiene il sindaco. In base a proiezioni sui possibili risultati delle primarie, infatti, se Renzi arrivasse al 65% otterrebbe 650 delegati dell'Assemblea di cui 310 sarebbero della sua cerchia piu' stretta, 220 di Areadem, 40 lettiani e 50 veltroniani. Mentre se si fermasse al 55% i renziani doc sarebbero 230, 180 quelli di Areadem, 20 lettiani e 30 veltroniani. Equilibri, dunque, diversi dai quali dipendera' anche il rapporto con l'esecutivo. Per questo Renzi e' determinato a uno sprint in questa settimana con un tour serrato nelle principali citta' italiane (Bologna, Roma, Napoli, Milano e Torino) oltre che una serie di presenze in tv.
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