Incontro tra il neo-segretario, Matteo Renzi e Pier Luigi Bersani ancora ricoverato all'Ospedale Maggiore di Parma dopo l'operazione seguita al malore dello scorso 5 gennaio. Un faccia a faccia durato piu' o meno un'ora, tutto sommato positivo (a quanto e' stato possibile apprendere perche' Renzi non solo non ha parlato, ma non si e' nemmeno fatto vedere dai giornalisti che lo aspettavano) e gradito da Bersani che prima di augurargli "buon lavoro" gli ha rimproverato (con l'esperienza di chi e' stato seduto sulla sua stessa sedia e conosce bene il ventre del partito) non tanto l'aver incontrato Berlusconi, quanto l'averlo fatto nella sede Pd - un'esagerazione che si sarebbe potuta evitare, tenendo conto di alcune sensibilita' all'interno del partito. Quanto al merito della nuova legge elettorale - altro tema verosimilmente affrontato nel corso di un incontro compatibilmente con le condizioni da convalescente di Bersani - la linea degli esponenti vicini all'ex segretario e' quella di andare a vedere nel dettaglio cosa proporra' Renzi domani, con la liberta' di capire senza pregiudizi, da un lato, quanta sia in definitiva la distanza tra la proposta originaria del Pd (il doppio turno) e quella del sindaco di Firenze; e, dall'altro, quanto questa sia simile (su premio di maggioranza e preferenze) al porcellum bocciato dalla Consulta. Tutto, comunque, partendo da un punto di partenza condiviso: la riforma della legge elettorale, va fatta. Prima di Renzi (arrivato intorno alle 17) in visita a Bersani era andato l'ex premier, Romano Prodi portando in dono una scatola di sigari. "L'ho trovato bene" ha detto Prodi ai giornalisti, "La sua memoria? Migliore della mia". Quanto ai temi dell'incontro, Prodi non ha ammesso nessuno accenno alla politica di questi giorni "abbiamo parlato di tutto, dall'Impero romano fino ad oggi".
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