Con cinque programmi ''prioritari'' da realizzare con circa 30 miliardi di risorse si potrebbero creare circa 280.000 posti di lavoro. E' un progetto illustrato dal centro studi della Cna. I programmi vanno dalla ricostruzione post terremoto in Abruzzo ed Emilia Romagna fino alla piu' generale riqualificazione del territorio, passando anche per il nuovo piano citta' avanzato nei giorni scorsi dal ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi.
Le stime del Cna prendono spunto da un rapporto elaborato insieme al Cresme, che sottolinea come dal 2005 al 2012 la spesa corrente sia aumentata di 118 miliardi, mentre quella per investimenti e' calata di 4,6 miliardi. Se invece si considera la spesa nei lavori pubblici nel loro complesso, si evidenzia che la flessione e' di 12,4 miliardi di euro, con un impatto a livello occupazionale di 144.000 posti di lavoro in meno. Cna e Cresme richiamano quindi i dati dell'Autorita' di Vigilanza sui Contratti Pubblici, secondo la quale ''se si verificasse un aumento dell'importo dei lavori pubblici di un miliardo di euro, si creerebbero circa 7.800 nuovi posti di lavoro'' diretti (fino a 15.600 considerando l'indotto), ma nel caso in cui, sottolinea il rapporto, si privilegiassero particolari tipi di opere (ad esempio l'edilizia scolastica o quella di restauro) l'impatto occupazionale sarebbe ben maggiore.
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