L'interesse delle famiglie verso il bene casa torna a crescere: ad aprile 2015 (rispetto allo stesso mese dell'anno precedente) la propensione all'acquisto degli italiani e' piu? che raddoppiata e il numero delle domande di mutui presentate alle banche ha registrato un +72%. E, secondo i dati dell'Agenzia delle Entrate, nel 2014, dopo sette anni consecutivi di calo, le compravendite sono aumentate del 3,6%. Questi i dati del "Focus casa" organizzato dall'Ance. Nel primo trimestre 2015, le compravendite scendono del 3% rispetto al I trimestre 2014 ma, secondo l'Ance, "non e' una battuta d'arresto: molte compravendite si sono concentrate nel I trimestre 2014 per sfruttare l'entrata in vigore delle agevolazioni fiscali sull'acquisto. Ecco perche? al netto dell'effetto di tali agevolazioni fiscali, il numero di compravendite per i primi tre mesi del 2015 si conferma positivo: +0,8%". E, "nei prossimi anni, secondo le previsioni di Nomisma - riferisce il Focus Casa - questo trend proseguira'".
La 'ricetta' dell'Ance propone di favorire l'acquisto di case nuove ad alta efficienza energetica detassando gli acquisti di abitazioni nuove in classe energetica elevata; l'introduzione di incentivi per favorire la permuta tra abitazioni usate e quelle piu? efficienti sotto il profilo energetico; la stabilizzando degli incentivi fiscali per il recupero delle abitazioni e per la riqualificazione energetica. Riguardo alla futura Local Tax, l'Ance la vede come "un'imposta unica, stabile quantomeno per tre anni ed integralmente destinata ai Comuni per il finanziamento dei servizi, con l'ovvia esclusione degli immobili 'invenduti' delle imprese edili"
Sul fronte dei rapporti tra banche e famiglie, secondo l'Ance, ci sono " prove tecniche di disgelo". Dal 2007 al 2013 si e' registrata una contrazione del 66% dei mutui erogati alle famiglie, ma nel 2014 e' arrivata la "svolta" con un aumento del 13,4%. Ricordando che l'accordo Abi-Cdp del novembre 2013, fortemente voluto dall'Ance, da' l'avvio alla ripartenza del credito alle famiglie, lo studio rileva che "in piena crisi le banche hanno ridotto la quota finanziata per l'acquisto della casa, nel 2011 le banche concedevano mutui per oltre il 70% del valore dell'immobile, nel 2013 i mutui coprivano solo il 55% del valore e oggi la quota di mutuo concessa e' risalita al 61% del valore. Un disgelo tra banche e famiglie anche se siamo ancora lontani dai livelli del 2011".
Buone notizie anche sul livello medio del tasso di interesse che e', sotto il 3% e le aspettative sono ancora piatte per un lungo periodo. "Grazie anche al Quantitative easing introdotto dalla Bce - spiega il Focus - il tasso d'interesse ha raggiunto il punto piu' basso nella storia dell'unita' d'Italia. Il livello medio del tasso e', infatti, sotto il 3% e le aspettative sono ancora piatte per un lungo periodo".
Insomma, secondo l'associazione dei costruttori, "nel 2014 si evidenziano, quindi, tutti i segnali che dimostrano che le condizioni del mercato diventano favorevoli all'acquisto della casa. Dopo gli anni del boom nelle citta' e successivamente nelle cinture urbane, la crisi internazionale, insieme alla stretta del credito, hanno reso l'accesso all'abitazione impossibile". "Oggi, il nuovo approccio favorevole delle banche, l'aumento delle compravendite, accompagnato dall'abbassamento dei prezzi, ci riportano nelle condizioni di acquisto possibile".
Sul fronte fiscale, lo studio rileva che "il totale del prelievo (Imu+Tasi+Irpef+Ires+Iva+altre imposte su trasferimenti e locazioni) ha fruttato alle casse dello Stato nel 2014 ben 42,1 miliardi di euro di gettito". "Un gettito in continuo aumento: in un solo anno (dal 2013 al 2014) dalle imposte sugli immobili sono arrivati allo Stato ben 3,8 miliardi di euro in piu' (+9,8%). Colpevoli dell'aumento di tassazione sono le tasse sul possesso: rispetto al 2011 il gettito fiscale della tassa sul possesso passa da 9,8 miliardi di euro del 2011 (Ici) a circa 24 miliardi di euro del 2014 (Imu+Tasi), determinando un incremento della pressione fiscale del 143,5% in soli tre anni. Le tasse sugli immobili, quindi, hanno contribuito in questi anni a finanziare il risanamento dei conti pubblici: se nel 2011 le entrate derivanti dall'Ici rappresentavano l'1,3% delle entrate della Pubblica Amministrazione, dopo tre anni e con l'introduzione dell'Imu, l'incidenza di Imu e Tasi sul totale delle entrate della Pa e' piu' che raddoppiata (3%)".
Secondo l'Ance, per agganciare la ripresa occorre ridurre la pressione fiscale sulla casa: 1) "favorendo l'acquisto delle case nuove ad alta efficienza energetica: detassazione degli acquisti di abitazioni nuove in classe energetica elevata effettuati fino al 2018 e esenzione per tre anni dall'Imu, Tasi e dalla futura Local Tax"; introducendo incentivi per favorire la permuta tra abitazioni usate e quelle piu' efficienti sotto il profilo energetico". 2) "Stabilizzando nel tempo gli incentivi fiscali per il recupero delle abitazioni (cd. 50%) e per la riqualificazione energetica degli edifici (cd. 65%)". 3) "Configurando la futura Local Tax come un'imposta unica, stabile quantomeno per 3 anni ed integralmente destinata ai Comuni per il finanziamento dei servizi, con l'ovvia esclusione dell'"invenduto" delle imprese edili (aree e fabbricati costruiti, o ristrutturati, per la successiva vendita)". (
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