Sono 313.724 i lavoratori stranieri impegnati in agricoltura in Italia, e di questi 6.621 lavorano in Abruzzo, pari ad un lavoratore in agricoltura su tre. E' l'importante dato che si evince dal Dossier statistico sull'immigrazione di Caritas e Migrantes, a cui ha collaborato anche la Coldiretti, dal quale emerge come sia importante l'apporto del lavoro straniero nel settore primario. Per l'Abruzzo i dati sono chiari: su 19.080 lavoratori dipendenti 6.621 sono stranieri e provengono da Marocco (2.190), Romania (2.046), Albania (553) Polonia (160), India (145), Bulgaria (127) e Tunisia (43) e Slovacchia (4) a fronte di ben 172 le diverse le nazionalita' censite a livello nazionale. "I lavoratori stranieri sono diventati decisivi per molti settori, soprattutto il settore ortofrutticolo, viticolo, olivicolo e zootecnico, perche' contribuiscono in modo strutturale e determinante all'economia agricola regionale e rappresentano una componente indispensabile per garantire i primati del Made in Italy alimentare", sottolinea la Coldiretti Abruzzo. Ma nel dossier c'e' anche un altro dato importante, che riguarda l'occupazione agricola totale e non solo i lavoratori stranieri. Rispetto al 2010, nel 2011 si e' registrata una crescita pari al 4,29% contro una media nazionale dell'1,60%. "Segno che l'agricoltura sta ritrovando un nuovo appeal" spiegano alla Coldiretti Abruzzo "un settore che si sta riscoprendo attraverso la valorizzazione della qualita' e della distintivita' dei propri prodotti suscitando segnali di attenzione e interesse anche da parte dei lavoratori".
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Sono state oltre 42 milioni le persone che nel 2011 hanno lasciato il proprio paese, nella condizione di rifugiati (15,2 milioni) o di sfollati interni (26,4 milioni). Di esse, 895mila hanno fatto domanda di asilo e 277mila di queste domande sono arrivate a paesi europei, in particolare 51mila in Francia e oltre 37mila in Italia. Sono alcuni dei numeri emersi dal 22esimo Dossier statistico immigrazione realizzato da Caritas e Migrantes e presentato questa mattina a Roma.
"Non sono numeri", e' il messaggio di questa edizione 2012 con la quale, si legge nell'introduzione, "si e' voluto ridare centralita' alla dignita' degli immigrati in quanto persone. Seppure la dimensione quantitativa - infatti - sia indispensabile a una conoscenza reale del fenomeno migratorio, questa attitudine non deve mettere in secondo piano la tutela della dignita' umana".
Le domande giunte nel corso del 2011, si legge nel Dossier statistico, sono state presentate in prevalenza da persone provenienti dall'Europa dell'est e dal continente africano. Quasi un terzo delle domande prese in esame (24.150 sulle 37mila totali) e' stato accolto positivamente. Per far fronte agli sbarchi dai paesi del nord Africa, che solo nel 2011 hanno coinvolto 60mila persone, sono disponibili 3mila posti facenti capo al Servizio per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), gestiti in collaborazione con Enti locali, Regioni e operatori del sociale, 2mila posti nei Centri di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) e altri 3mila nei Centri di accoglienza per immigrati. Sono inoltre disponibili sul territorio, messi a disposizione dalle Regioni con il coordinamento della Protezione civile, altri 50mila posti meta' dei quali e' stata utilizzata per accogliere le persone provenienti dal nord Africa. Ricordando la fragilita' dell'attuale sistema di accoglienza, il rapporto Caritas ricorda come nel 2011 siano state oltre 7mila le persone rimaste in lista d'attesa per accedere allo Sprar.
La popolazione composta da immigrati regolari continua a crescere nel nostro paese e anche se con uno scarto minimo rispetto all'anno precedente, nel 2011 ha superato la soglia dei 5 milioni (5 milioni e 11mila persone): una cifra che comprende i cittadini comunitari e quelli non ancora iscritti in anagrafe. Sul fronte dei permessi, lo scorso anno il ministero degli Affari esteri ha rilasciato 231.750 visti per inserimento stabile, prevalentemente per motivi di lavoro o familiari, mentre sono stati 263mila i permessi di soggiorno validi fino alla fine del 2010 che non sono stati rinnovati dopo la scadenza naturale. Ammontavano inoltre a oltre 3 milioni e mezzo i permessi di soggiorno in vigore (circa 100mila in piu', pari a +2,9% rispetto all'anno precedente).
I residenti stranieri di provenienza comunitaria ammontavano, sempre nel 2011, a 1 milione 373mila unita', l'87% dei quali provenienti dai nuovi dodici Paesi membri. La Romania continua ad essere il paese con il maggior numero di cittadini presenti in Italia, con una comunita' di 997mila persone. Seguono la Polonia (112mila), la Bulgaria (53mila), la Germania (44mila), la Francia (34mila), la Gran Bretagna (30mila), la Spagna (20mila) e i Paesi Bassi (9mila). Ampliando lo sguardo alle aree continentali, dal rapporto della Caritas emerge che in 'Europa prevale sia la provenienza dei cittadini comunitari (27,4%) che non comunitari (23,4%). Seguono l'Africa (22,1%), l'Asia (18,8%), l'America (8,3%). Tra i soggiornanti non comunitari (pari a 1 milione 171mila unita'), i piu' numerosi sono gli albanesi (oltre 491mila), seguiti da ucraini (223.782), moldavi (147.519), serbi e montenegrini (101.554), macedoni (82.209), russi (37.090), bosniaci, croati e turchi (tra i 20mila e i 30mila ciascuno). L'Albania e' anche il primo paese per numero di studenti universitari presenti sul territorio italiano (oltre 100mila).
Guardando agli altri continenti, e' l'Africa quella dalla quale proviene il numero piu' elevato di immigrati (oltre 1 milione), in particolare originari di Marocco (506.369), Tunisia (122.595) ed Egitto (117.145). L'Italia e' lo stato membro dell'Ue che accoglie le comunita' piu' numerose di cinesi (oltre 277mila), filippini (oltre 152mila), bangladesi (106mila) e srilankesi (94.577). La componente americana totalizza infine oltre 415mila soggiornanti, con le presenze piu' consistenti provenienti da Peru' (107.847) ed Ecuador (89.626).
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