"Ha ragione il vice Ministro dell'Economia, Stefano Fassina, ad affermare che c'e' anche una evasione di sopravvivenza legata alla difficile situazione economica, ma la vera causa dell'infedelta' fiscale presente in Italia e', a mio avviso, dovuta ad un carico fiscale che ha raggiunto un livello non piu' sopportabile". Lo evidenzia il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi. Il carico fiscale, spiega, "ci consente di affermare che, indipendentemente dall'evasione fiscale, il nostro Erario dispone comunque di una quantita' di entrate maggiore degli altri Paesi: il problema e' che lo Stato italiano questi soldi non li spende bene, nonostante debba farsi carico di una spesa molto elevata per gli interessi sul debito pubblico". Certo, prosegue, "l'evasione va combattuta ed estirpata, ma e' bene che in nessun modo si usi l'alibi dell'evasione fiscale per perorare la tesi che non ci sono i soldi, ad esempio, per la scuola, le infrastrutture, lo stato sociale o la sanita': chi sostiene questa tesi e' uno spergiuro''. Nel 2012 la pressione tributaria in Italia (ovvero imposte, tasse e tributi sul Pil) era pari al 30,2%: 3,7 punti in piu' della media Ue e ben 6,6 punti in piu' della Germania. Una differenza che e' solo in parte giustificata dal maggior costo del debito pubblico. Dai tedeschi, ad esempio, ci separano 3 punti di Pil (per gli interessi sul debito noi paghiamo il 5,5% del Pil mentre la Germania il 2,5%). E passando all'analisi della pressione fiscale le cose non cambiano di molto. Sempre l'anno scorso la pressione fiscale in Italia (vale a dire la somma della pressione tributaria e quella contributiva sul Pil) e' salita al 44% (per quest'anno e' prevista in aumento di un altro 0,4%). Tra i big dell'Ue solo la Francia (46,9%) aveva un carico fiscale superiore al nostro, mentre tutti gli altri si collocavano abbondantemente al di sotto: Germania al 40,6%; Regno Unito al 37,1%, mentre la media Ue era del 40,5%.
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