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Pubblicato il 08/08/2014 09:09

Cgia Mestre invoca tagli per evitare nuove tasse

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"Dobbiamo sperare nel taglio della spesa pubblica improduttiva, altrimenti nel prossimo biennio pagheremo 10 miliardi di euro di nuove tasse: 3 nel 2015 e altri 7 nel 2016". E' il commento del segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, dopo l'informativa di oggi del ministro Padoan alla Camera. Secondo il Def approvato nella primavera scorsa, nel triennio 2014-2016 c'e' l'impegno del Governo di tagliare a regime la spesa pubblica per un importo di 32 miliardi di euro. Per l'anno in corso, segnalano dalla Cgia, l'obbiettivo e' di raggiungere una riduzione delle uscite di 4,5 miliardi di euro. "La situazione diventa ancor piu' impegnativa per gli anni a venire. Nel 2015 il Governo ha deciso di tagliare la spesa pubblica di 17 miliardi di euro, con un impegno minimo da raggiungere che non potra' essere inferiore ai 4,4 miliardi di euro". 

Nel caso il Governo non sia in grado di centrare questo obbiettivo minimo, scattera' la cosiddetta "clausola di salvaguardia". "In altre parole, a fronte del mancato taglio della spesa, i contribuenti saranno chiamati a sopportare un aggravio fiscale di 3 miliardi di euro, a seguito - sostiene la Cgia - della riduzione delle agevolazioni/detrazioni fiscali e all'aumento delle aliquote, mentre i ministeri dovranno razionalizzare la spesa per un importo di 1,44 miliardi di euro". 
   Nel 2016 l'impegno sara' ancora piu' importante. A fronte di una contrazione delle uscite che dovra' salire a 32 miliardi, l'obbiettivo minimo sara' di 7 miliardi di euro, altrimenti scattera' la clausola di salvaguardia per tutti i cittadini, mentre i ministeri dovranno "sforbiciare" le uscite per 1,98 miliardi di euro. 
   Nel 2017 e 2018, calcola ancora la Cgia, le risorse gia' impegnate dal taglio della spesa pubblica ammontano rispettivamente a 11,9 e 11,3 miliardi di euro. Il conseguimento di questo risparmio di spesa e' garantito, lo ripetiamo, da apposite clausole di salvaguardia, che consistono nel taglio delle risorse a disposizione dei Ministeri, e, in particolar modo, da un aumento della tassazione per i cittadini di 10 miliardi di euro nel 2017 e di altri 10 miliardi di euro nel 2018

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