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Pubblicato il 21/03/2014 11:11

Confesercenti, settore moda in grande difficoltà

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Si fa drammatico il tracollo della moda: nei primi due mesi del 2014, segnala Confesercenti, quasi una cessazione su 4 nel commercio e' un negozio di abbigliamento. Saldi e offerte non sono bastati a risollevare la crisi della distribuzione moda in Italia, e il bilancio di natimortalita' delle imprese rileva un trionfo del 'rosso': nei primi due mesi del 2014, secondo le rilevazioni dell'Osservatorio Confesercenti, il settore ha registrato 3.065 chiusure, a fronte di sole 723 nuove aperture. Il saldo e' negativo di 2.342 unita'. In totale, il comparto ha registrato una flessione del numero di imprese attive dell'1,4% su dicembre e del 2,3% sul primo bimestre del 2013. L'emorragia ha colpito tutte le regioni italiane, anche se con qualche differenza territoriale. In Lombardia si rileva il maggior numero di chiusure nel bimestre (277), ma sull'anno il calo proporzionalmente maggiore e' stato registrato in Sardegna, dove le imprese registrate sono diminuite del 3,5% rispetto a febbraio 2013.

Nonostante l'abbigliamento sia una delle icone del 'Made in Italy', la diminuzione del reddito disponibile ha portato ad un calo costante della spesa delle famiglie in abbigliamento ed accessori, esacerbatosi durante la crisi. Tra il 2007 e il 2013, i consumi in questo settore hanno registrato una grave flessione (-15,2%), per un totale di quasi 10 miliardi in meno di consumi. La quota di spesa media mensile dedicata al vestiario dalle famiglie italiane si e' attestata nel 2012 al 5%: quasi la meta' del 13,6% registrato nel 1992, e che ci poneva - assieme al Giappone - al vertice della classifica mondiale. La crisi sembra aver accelerato un cambiamento in atto da anni: nel 2002 abbigliamento e calzature assorbivano il 6,8% della spesa media mensile delle famiglie italiane. In parte il processo e' dovuto senz'altro a motivi culturali: il concetto stesso di status symbol, che una volta includeva spesso e volentieri particolari capi di vestiario, anche importanti, sembra ormai essersi spostato verso i prodotti tecnologici.

 

 

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