Quasi il 13% dei giovani europei tra i 15 e i 24 anni, ovvero 7,5 milioni di ragazzi sotto i 25 anni che non studiano ne' lavorano, i cosiddetti "Neet" secondo l'acronimo inglese, valgono, secondo una stima dell'Unione europea, l'1,2% del Pil. Come ha sottolineato il Consiglio dei 28 ministri europei per le politiche giovanili, che si e' riunito oggi a Bruxelles con la presenza dell'italiana Cecile Kyenge, l'esclusione sociale dei giovani ha ovviamente anche un impatto negativo anche sull'economia. Nel 2011 le perdita economica imputabile alla disoccupazione giovanile e' stata di circa 153 miliardi di euro. Obiettivo del Consiglio e' riuscire ad identificare quali sono gli ostacoli che incontrano i "Neet" creando progetti di accompagnamento nel passaggio tra la disoccupazione, l'inattivita', la formazione e il lavoro. Intervenendo al dibattito pubblico, Kyenge ha commentato lo stato della disoccupazione giovanile in Italia, al livello record del 40% secondo gli ultimi dati, dicendo che: "Rende difficile il percorso di autonomia e comporta il rischio di discriminazioni sociali".
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