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Pubblicato il 17/09/2014 19:07

Il 12% delle Pmi italiane ha ridotto il personale

pmi, osservatorio

Il 9% ha tagliato gli stipendi

Nel corso degli ultimi 12 mesi il 12% delle Pmi italiane ha ridotto il personale e il 9% ha dovuto contenere gli stipendi dei propri collaboratori, per affrontare il perdurare della crisi economica. E' quanto emerge dalla seconda edizione dell'indagine internazionale realizzata sulle piccole e medie imprese da GFK Eurisko per Zurich Insurance Group (Zurich). L'indagine mostra che per far fronte all'elevato livello di competitivita' e al protrarsi del calo della domanda, oltre che per attrarre nuovi clienti ed espendere l'attivita', il 20% delle Pmi ha ridotto i prezzi (+24% rispetto allo scoprso anno), mentre raddoppiano all'11% le imprese che sono impegnate ad ampliare l'attivita' verso il mercato locale e al 12% quelle che hanno ampliato le loro esportazioni. Inoltre, in risposta alla crisi, il 22% delle Pmi si e' concentrato sulla diversificazione della gamma dei prodotti e dei servizi (+13% rispetto allo steso periodo del 2013) e raddoppiano rispetto al 2013 le imprese che richiedono finanziamenti o ampliamenti delle linee di credito e che investono nell'analisi e valutazione dei rischi. 

L'indagine evidenzia anche che, a fronte di una crescita economica che rimane modesta, l'8% delle Pmi italiane ha valutato l'opportunita' di chiudere ed e' piu' che raddoppiato (9%) il numero delle imprese che hanno chiesto nuovi investimenti o ampliamenti delle linee di credito per proseguire l'attivita' e finanziare la crescita. 
   In Europa, hanno continuato a ridurre i prezzi anche Spagna (26%) e Portogallo (20%), i quali, insieme all'Italia, sono gli unici paesi europei in cui le Pmi appaiono riluttanti ad assumere nuovo personale e a incrementare i prezzi. Anche nel Regno Unito, in Svizzera e Germania la tendenza all'aumento dei salari e' scesa leggermente rispetto ai risultati del 2013. Al contrario, le Pmi dell'America Latina (in particolare Brasile, Messico e Argentina) dichiarano un forte aumento degli stipendi (+40%, +33% e +30%), e, nonostante la crescita economica della regione sia ancora lenta, hanno investito nell'espansione dell'attivita' verso nuovi clienti target sul mercato locale e diversificato la gamma di prodotti e servizi. I paesi dell'Asia del Pacifico come Hong Kong, Taiwan e Malesia dichiarano invece di aver incrementato molto il personale (+28%,+37% e +25%) e in misura minore gli stipendi (+16%, +15% e +19%).

Il quadro complessivo che emerge dall'indagine sullo stato delle Pmi a livello globale e' dunque positivo: le piccole e medie imprese guardano al futuro con ottimismo ampliando la propria attivita' sia sul mercato locale (23%) che nelle esportazioni, soprattutto attraverso la diversificazione dei prodotti e dei servizi offerti (21%). Solo una minoranza di pmi in tutti i 19 paesi oggetto del sondaggio (non oltre il 10%) ha preso in considerazione di ridurre l'offerta o di chiudere l'attivita', 1 impresa su 5 ha aumentato i salari e 1 su 6 ha incrementato il personale. 
   "Sebbene lo studio evidenzi grandi differenze tra i diversi paesi oggetto dell'analisi - commenta Marco Delpino, Head of Market Facing Underwriting di Zurich in Italia - ritengo vi sia un elemento comune rappresentato, generalmente parlando, dalla rinnovata fiducia con la quale le Pmi guardano al futuro. La ricerca evidenzia che in Europa la crescita economica e l'inflazione restano deboli, e poche aziende puntano a incrementare le assunzioni, i salari o all'espansione in nuovi mercati: in Italia in particolare molte Pmi hanno ridotto il personale e gli stipendi e proseguito nel trend di riduzione dei prezzi. Emerge pero' con chiarezza che le imprese vogliono investire sulla diversificazione dell'offerta per attrarre nuovi clienti. Zurich, grazie al suo know how nel settore aziende, si e' spesso dimostrata un partner strategico per le aziende, poiche' in grado di offrire una consulenza professionale di altissimo profilo corredata da soluzioni assicurative specifiche e modulari per tutelare le pmi nei confronti di possibili rischi. In questo modo e' possibile garantire alle imprese quella protezione necessaria per affrontare serenamente nuove sfide e raggiungere cosi' i propri obiettivi di crescita".

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