La crisi modifica le abitudini di spesa degli italiani. Se i consumi per alimentari e bevande non alcoliche tornano indietro di 20 anni al livello del 1992, aumentano quelle per le bollette per la casa, i combustibili e l'energia e schizzano quelle per le comunicazioni. E' quanto si legge nelle tabelle allegate al Rapporto annuale dell'Istat che riportano i valori concatenati al 2005, dalle quali emerge che, dopo il picco di quasi 130 miliardi nel 2006, nella spesa per il cibo si e' tornati nel 2012 ai 117 miliardi del 1992, vale a dire un calo di quasi il 10% in 6 anni. In calo le spese 'accessorie', quelle in bevande alcoliche, tabacco, vestiario e calzature, passate complessivamente da quasi 90 miliardi di euro a meno di 80 miliardi.
In netto aumento, invece, le spese per le comunicazioni, da 6,7 a 27,6 miliardi di euro, mentre quelle per l'abitazione, i combustibili e l'energia salgono da 156,9 a 179,7 miliardi di euro. I consumi delle famiglie, comunque, su scala globale, sono aumentati da 722 a 833 miliardi di euro.
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