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Pubblicato il 27/01/2013 11:11

Morbillo, nel 2011 ci sono stati 63 casi in Abruzzo

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Il Piano regionale vaccini 2012-2014 in Abruzzo, i richiami vaccinali negli adolescenti e l'epidemiologia di alcune malattie prevenibili, come il morbillo, che ogni anno colpisce bambini e adulti con 63 casi casi solo nella Regione nel 2011, sono alcuni dei temi affrontati oggi a Montesilvano nel convegno regionale sulle 'Vaccinazioni in eta' pediatrica', un dibattito sui piu' rilevanti aspetti delle attuali vaccinazioni e dei benefici riferibili a una corretta pratica vaccinale.

Il Piano regionale vaccini 2012-2014, approvato dalla Regione Abruzzo lo scorso giugno 2012 e recepito dalle Asl abruzzesi e dai relativi centri vaccinali - informa una nota - e' stato illustrato da Carla Granchelli, direttore del servizio igiene della Asl di Pescara, che ha riportato le novita' riguardanti l'offerta gratuita della vaccinazione antipneumococcica e antimeningococcica nei nuovi nati.

Giovanni Gabutti, Ordinario di Igiene presso l'Universita' di Genova, ha riportato evidenze scientifiche che sottolineano la necessita' dei richiami vaccinali negli adolescenti per prevenire in adulti e anziani malattie infettive apparentemente debellate come difterite e polio e per le quali, nel tempo, si perde la protezione.

Ribadito durante l'incontro come ancora oggi il morbillo non sia ancora debellato nel nostro Paese: occorre aumentare le coperture vaccinali verso questa malattia infettiva che continua a circola tra adulti e bambini. Ad esempio in Abruzzo nel 2011 si sono rilevati 63 casi con un'incidenza del 50% tra 25 e 65 anni, tra i non vaccinati o tra coloro che hanno fatto una sola dose. E' infine emersa la necessita' di fornire una corretta informazione alla popolazione sia per evitare allarmismi sulle vaccinazioni in rapporto alla salute dei bambini, sia per mettere in condizioni le famiglie di poter effettuare una libera scelta e consapevole. Pediatri, igienisti e referenti delle categorie interessate hanno convenuto sulla necessita' di dover organizzare opportuni incontri aperti alla popolazione per continuare a diffondere la cultura della prevenzione delle malattie infettive che ancora oggi riconosce nelle vaccinazioni uno dei cardini fondamentali.

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