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Pubblicato il 26/02/2015 07:07

Ambientalisti criticano il piano demaniale marittimo

piano demaniale marittimo

"Se concertazione c'e' stata e' solo quella con i balneatori non di certo con le associazioni". Cosi' le associazioni WWF, Marelibero, Italia Nostra e Legambiente, a proposito dell'approvazione del Piano demaniale marittimo da parte del consiglio regionale. "In assoluta controtendenza - proseguono - rispetto a una sensibilita' ambientale e paesaggistica sempre piu' diffusa, il Piano modificato prevede aumenti di cubatura inaccettabili su un litorale, quello abruzzese, gia' al 90 per cento cementificato e occupato da strutture ( spesso illegittime) pe rgli uso piu' svariati. La modifica - sottolineano le associazioni ambientaliste - di uno strumento come il Piano demaniale marittimo regionale avrebbe meritato una piu' attenta valutazione riguardo gli interessi collettivi ( e non solo quello privati di categoria)". Nel mirino delle associazioni l'aumento, in base al numero di abitanti, fino al 30 per cento di superficie coperta "se si esamina la situazione esistente in citta' come Pescara o Vasto questo ulteriore incremento - evidenziano - suscita anche il sospetto di celare una sanatoria di edificazioni abusive accertate e non demolite e comunque di una ulteriore e definitiva compromissione in termini naturalistici e paesaggistici del litorale". Inoltre, "con la scusa di assicurare nelle strutture balneari l'abbattimento delle barriere architettoniche, si prevede la creazione di volumi e superfici coperte e pavimentate totalmente al di fuori degli standard massimi concessi".Gli ambientalisti lamentano poi ulteriori limitazioni della vista mare e fanno notare che "il comma 17 bis prevede che gli stabilimenti potranno essere completamente circondati da 'pannelli rigidi', per di piu' utilizzabili a fini promozionali (diventando enormi cartelloni pubblicitari)". Infine, evidenziano che "viene eliminato l'obbligo in capo ai Comuni di prevedere la riserva di almeno il 20 per cento delle spiagge in concessione da destinare a spiaggia libera e introduce la facolta' per i Comuni che non dispongono del 20 per cento di spiagge libere di recuperare tali aree dalle concessioni con fronte superiore a metri 100 (comma 1 bis): 'ove ritenuto, potranno essere recuperati spazi'"

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