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Pubblicato il 20/06/2012 22:10

Ancsa: "Il modello della zona rossa non ha funzionato"

aquila, ricostruzione

"Bisogna salvaguardare l'identità dei luoghi"

Non salvare dei muri in quanto tali ma dei percorsi simbolici, dei tracciati storici. Occorre  preservare i vuoti dello spazio pubblico: le piazze, le strade, i vicoli. Pezzi di quel patrimonio inestimabile che sono i centri storici italiani. E' l'idea di ricostruzione dell'Ancsa, l'associazione nazionale centri storico-artistici, che da Bologna ha lanciato il suo appello perche' quella parte di Emilia colpita dal sisma non diventi un'altra L'Aquila 'dove la città storica è morta'.
Per evitare questo, occorre agire in fretta. 'Prima di tutto - ha spiegato Anna Marson, presidente Ancsa ed Assessore all'urbanistica, pianificazione del territorio e paesaggio della Regione Toscana - rivedendo la logica centralistica di gestione dell'emergenza, riportando le amministrazioni locali al centro dei processi di verifica dell'agibilita' degli edifici e di gestione degli interventi di ricostruzione'.
A questo scopo, ben venga un commissario straordinario - in questo caso il presidente della Regione, Vasco Errani - con una funzione di raccordo tra gli enti locali. Un passaggio, questo della decentralizzazione, che va di pari passo con il superamento del modello delle 'zone rosse', 'distruttivo - ha detto Marson - per la sopravvivenza delle comunita' locali'. La politica della chiusura - hanno spiegato i rappresentanti locali dell'associazione - ha creato paura nella popolazione. 'Cosi' - hanno spiegato - finiscono per essere deserti anche quei centri che sono stati riaperti'.


Evitare le demolizioni, superare la logica della 'zona rossa', tutto per 'salvaguardare - e' scritto nel documento diffuso dall'Ancsa - il significato relazionale ed identitario dei luoghi e dei tracciati. Ricostruire nel rispetto del significato dello spazio pubblico rappresenta una priorita' per la ripresa della vita sociale e per accelerare gli interventi sul patrimonio privato'. Proprio sul patrimonio privato, infatti, mancano delle direttive, delle istruzioni cosi' che 'anche chi vorrebbe iniziare a sistemare le proprie case e palazzi, non sa come muoversi'.
Anche per questo l'ultima proposta dell'associazione e' quella di evitare il ricorso a strumenti operativi straordinari per la ricostruzione dei centri. 'Gli strumenti ordinari - ha spiegato la presidente - sono pienamente in grado di rispondere alle diverse esigenze'. In tempi piu' rapidi. E soprattutto, rispettando le peculiarita' dei singoli tessuti urbani. 

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