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Pubblicato il 01/08/2013 19:07

Chiodi: ''Nessuno vuole tagliare l' assistenza ai disabili"

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"L'Abruzzo secondo i dati ministeriali, ha nella riabilitazione un tasso 1,5 posti letto per mille abitanti, 2 volte e mezzo in piu' che nelle altre regioni"

''Nessuno vuole tagliare l' assistenza ai disabili, ma dobbiamo riorganizzare il comparto perche' i posti letto, che sono piu' del doppio che in altre regioni, sono occupati per altre patologie''. Cosi' il presidente della Regione e commissario per la sanita', Gianni Chiodi, nel corso della conferenza stampa per fare il punto sul comparto, sulle polemiche seguite al taglio dei fondi per la riabilitazione con la decurtazione della spesa per l'area ex art. 26 di 6,4 milioni di euro su uno stanziamento di 69 milioni. ''L'Abruzzo - ha spiegato Chiodi - secondo i dati ministeriali, ha nella riabilitazione un tasso 1,5 posti letto per mille abitanti a fronte dello 0,6 previsto dal ministero della salute. Ne ha 2 volte e mezzo in piu' che nelle altre regioni. Bisogna che si capisca quali sono i ruoli e le funzioni delle strutture riabilitative''.

''Si mette davanti il disabile per coprire altre valutazioni - ha continuato Chiodi - bisogna fare un'analisi piu' attenta dal punto di vista multidisciplinare. Bisogna rimettere a posto il sistema, e' vero che ci sono bambini che non riescono ad accedere alla riabilitazione, ma come puo' essere se abbiamo piu' del doppio dei posti letto?''. Chiodi ha reso noto anche che e' emerso che in Abruzzo, Molise e Basilicata c'e' un'alta percentuale di prestazioni per le quali sarebbe prevista un'assistenza diversa dall'articolo 26. Intanto, nel corso dell'incontro, Zuccatelli ha dato notizia, dopo il vertice con i sindacati e i proprietari delle strutture ex art. 26, di gettare le condizioni di un tavolo tecnico che prepari un piano di riconversione entro il 2014, alla luce del reale fabbisogno dell'area riabilitativa in seguito anche al taglio governativo di un miliardo al Fondo sanitario nazionale. Si e' deciso di apportare una rettifica al decreto 51, che e' stato oggetto di polemiche in questi giorni, mantenendo per i primi sei mesi del 2013 lo stesso budget dello scorso anno e di applicare il nuovo per il resto dell'anno.

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