"Le attivita' di controllo delle popolazioni di cinghiale - ha spiegato l'assessore regionale all'agricoltura Mauro Febbo - e piu' in generale degli ungulati, sono di competenza delle Province (art. 44 L.R. 10/03); alle Province, inoltre, in base a quanto stabilito dal decreto del Presidente della Regione Abruzzo del 05.08.2004, n.1/reg, al comma 3 dell'art. 1, ogni anno viene corrisposto un finanziamento per il rimborso dei danni alle colture agricole. Almeno il 15% dello stanziamento deve essere utilizzato per azioni di prevenzione dei danni provocati dalla fauna selvatica. Inoltre, tramite la Misura 2.1.6 del Programma di Sviluppo Rurale, in favore di imprenditori agricoli singoli e associati, tra gli interventi previsti c'erano quelli mirati alla conservazione della biodiversita' ed alla coesistenza tra le attivita' agricole-zootecniche attraverso la realizzazione di recinzioni fisse ed elettrificate per la difesa delle colture e del bestiame dalla fauna selvatica (sono avanzati circa 1.200.000 di euro, a dimostrazione dello scarso interesse mostrato dagli agricoltori e dalle associazioni)".
"Le operazioni di controllo (selecontrollo), esercitato nel rispetto di quanto previsto dall'art. 44 della L.R. 10/04 - ha aggiunto l'assessore - sono le operazioni piu' efficaci per prevenire i danni da fauna selvatica alle colture agricole. In particolare, tale forma di controllo e' consigliata laddove i danni interessano colture agricole di ampie estensioni (cereali ecc.) e deve essere condotta nel periodo in cui la specie arreca il danno alle colture. Solo eliminando il gruppo di animali che frequentano la zona e' possibile ridurre i danni. Interventi massivi tesi a ridurre la popolazione danno scarsi risultati in termini di riduzione dei danni. Inoltre, con una nota del 07.05.2013, le Province erano state gia' allertate ed invitate ad intervenire, visti i dati emersi dai censimenti primaverili effettuati quest'anno. Per quanto riguarda la situazione interna ai Parchi - ha concluso Febbo - purtroppo la Regione e' impossibilitata ad intervenire in quanto la normativa che disciplina le attivita' all'interno delle aree protette (L.394/92), pone gli Enti Parco direttamente sotto le competenze del Ministero dell'Ambiente".
© Riproduzione riservata
Utenti connessi: 1
Condividi: