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Pubblicato il 18/05/2013 07:07

Dommarco: il fracking usato nell'Adriatico per estrarre petrolio

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Il giornalista : 'L'Abruzzo, dopo la Basilicata, e' la regione che, dal punto di vista ambientale, in termini di ricerca ed estrazione di idrocarburi, rischia di più'

La tecnica del fracking per l'estrazione di idrocarburi e' stata utilizzata anche in Adriatico. Lo rivela per la prima volta un libro scritto dal giornalista Pietro Dommarco, Trivelle d'Italia, Altraeconomia Edizioni, che cita come fonte l'articolo pubblicato nel 2000 dal giornale scientifico specializzato Oil&Gas Journal.

Secondo l'articolo per scavare i pozzi di accesso ai giacimenti piu' in profondita' si sarebbe usata la tecnologia che frattura la roccia usando acqua di mare in un tratto di mare  tra Montesilvano e Giulianova, nel giacimento di gas "Giovanna" che fu scoperto da Agip e Deutsche Shell nel 1988, a circa 30 chilometri dalla costa. Si tratta di una tecnologia di stimolazione dei giacimenti che li fa rendere di piu' a costi inferiori e quindi piu' redditizi per le compagnie petrolifere.

Nell'articolo si dice espressamente che "Un nuovo fluido, basato sull'acqua marina e senza polimeri, ha migliorato l'efficienza operativa di 23 banchi di frattura nell'area Giovanna di Eni Agip, fuori dall'Italia nel Mare Adriatico'.

'L'acqua marina e' stata usata come fluido base per ridurre i costi di frattura in mare aperto in diverse parti del mondo'. Secondo Dommarco questa tecnica ha avuto successo e sarebbe stata ripetuta anche davanti a Falconara nelle Marche qualche anno piu' tardi.

'L'Abruzzo, dopo la Basilicata, e' la regione che, dal punto di vista ambientale, in termini di ricerca ed estrazione di idrocarburi, rischia di piu'. Il territorio interessato dalle attivita', dal 26% potrebbe presto passare all'86%', ha detto il giornalista freelance specializzato in tematiche ambientali Pietro Dommarco nel corso della presentazione del suo libro 'Trivelle d'Italia', che si e' svolta oggi a Pescara.

L'evento, nella sala consiliare del Municipio, e' stato organizzato da Rifondazione Comunista, in particolare dal consigliere Maurizio Acerbo che, aprendo il dibattito, ha sottolineato la necessita' di 'continuare il lavoro svolto in questi anni in termini di costruzione di un movimento che dal basso contrasti la deriva petrolifera, un po' come avvenuto per l'acqua bene comune'.

Il giornalista, parlando alla platea composta da un centinaio di persone, si e' soffermato sui contenuti del libro, caratterizzato da una prima parte di tipo analitico, con dati e numeri dell'Italia del petrolio, e da una seconda parte piu' 'emotiva', che ripercorre il viaggio attraverso i luoghi del petrolio.

Dommarco ha parlato dei 'problemi di controllo', delle 'basse compensazioni', della 'scarsa appicazione della normativa', con la conseguente 'agevolazione delle compagnie petrolifere'. Inevitabile il riferimento all'operato del Governo Monti, che 'ha voluto inserirsi nell'affare delle trivelle come nessun altro Governo aveva fatto prima', e alla Strategia energetica nazionale, con tutti i suoi 'rischi' e con i numeri del petrolio 'destinati a crescere in modo spaventoso'. 

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