Su Garanzia Giovani "c'e' una sproporzione evidente tra il numero delle domande e il numero dei disoccupati esistenti e tra le domande e le aziende che si dichiarano disponibili. Ci sono infatti 90mila giovani che hanno chiesto di attivare per se' Garanzia Giovani e duemila imprese disponibili, per tremila ipotetici posti". Il dato, fornito dal ministero, e' stato reso noto da Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, a Pescara per partecipare alla Giornata nazionale giovani del sindacato
Se c'e' dunque una "intuizione, una scelta di mobilitazione - ha osservato Camusso - non c'e' un paese che si pone il tema della creazione di lavoro. E un paese che non ha la volonta' di investire sul lavoro qualificato per i giovani non fa solo un torto ai giovani ma fa un torto al paese, al suo sistema produttivo, alla sua prospettiva, rinuncia al suo investimento". Sarebbe opportuno, per la Camusso, "partire dalla creazione di lavoro per poi costruire gli strumenti. Altrimenti, in assenza di creazione di lavoro, si rischia di fare solo un'azione di agitazione, cioe' di mobilitare dei giovani".
Sempre a proposito di 'Garanzia Giovani' Susanna Camusso ha lanciato la sua proposta: "facciamo noi la contrattazione - ha detto - perche' entrino i giovani di 'Garanzia Giovani' nelle imprese. Dobbiamo essere noi - ha aggiunto - a lanciare una campagna in questa direzione. Non ci possiamo limitare ad essere soggetti che guardano l'attuazione di 'Garanzia giovani'. Dobbiamo dire che questo e' uno dei temi delle vertenze che affrontiamo, non illudendoci che centinaia di migliaia di posti di lavoro salteranno fuori perche' sappiamo bene che questa e' una stagione in cui e' piu' facile discutere di cassa integrazione, di mobilita', di riduzione del personale, che non di assunzioni. Pero' il tema va posto, in modo che il tipo e le modalita' di risposte siano positive".
"C'e' una relazione tra il piano del lavoro del '49 e il piano del lavoro di oggi. Allora c'era un paese da ricostruire e anche oggi c'e' un paese da ricostruire, stavolta per una guerra economica". Lo ha detto a Pescara il segretario generale della Cgil Susanna Camusso soffermandosi a parlare, in un incontro con i giovani, del piano del lavoro, facendo un parallelismo con il 1949. "Allora - ha ricordato - il paese fu ricostruito dentro la ricostruzione europea e del mondo e oggi va ricostruito dentro una politica europea che e' di restrizione e non di sostegno agli investimenti e alla crescita". Per Susanna Camusso la chiave di volta, in questo momento, e' che "il paese deve utilizzare se stesso. Il fondamento del piano del lavoro - ha spiegato - e' l'idea che non dobbiamo aspettare qualcuno da un'altra parte del mondo che decide cosa si puo' fare nel nostro paese ma che dobbiamo investire su noi stessi, sulle ricchezze che abbiamo, sulle cose che dobbiamo inventarci perche' magari ce le siamo perse nel tempo, e dentro il piano del lavoro c'e' una grande scommessa sulla Pubblica amministrazione, sull'istruzione, sull'utilizzo delle competenze. Non e' solamente un elenco di opere che si potrebbero fare - ha osservato il segretario - ma e' una idea un po' piu' ambiziosa cioe' l'idea di descrivere quali ricchezze ha il paese e come si potrebbero tradurre nella creazione di lavoro e nelle risposte sulla qualita' del Paese". Tra gli aspetti fondamentali Camusso ha citato "la contrattazione nel territorio. Se qualcuno immagina che il piano del lavoro esiste solo come dimensione nazionale del confronto con il governo, non si fara' mai"
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