''Non e' il programma di Renzi, ma una piattaforma messa a disposizione del Paese, del partito democratico e aperta a tutti''. Yoram Gutgeld, deputato del PD eletto in Abruzzo, israeliano, studi in USA ed ex McKinsey, lo dichiara al convegno dei ''renziani'' a Roma dal titolo ''Il rilancio parte da sinistra''.
La base di partenza della sua riflessione è sua in un tavolo che vede, oltre all'on. Dario Nardella, ex vice sindaco di Firenze, Alessandro Profumo (presidente del Monte dei Paschi di Siena) e Fabrizio Landi, Cassa di Risparmio di Firenze, mentre in platea si notano il ministro degli Affari Regionali Graziano Delrio, Paolo Gentiloni e il sottosegretario alla presidenza con delega per l'editoria, Giovanni Legnini.
Gutgeld, ha premesso che ''il problema dei problemi per l'Italia e' la qualita' della sua classe dirigente'',e avanza una serie di idee: ''l'unico modo per riattivare i consumi nel brevissimo periodo e' ridurre l'Irpef in modo significativo alle fasce medio basse, in ragione di 100 euro al mese''. Per finanziare la misura, Gutgeld propone di privatizzare parte del patrimonio pubblico, ma non solo quello immobiliare, ma anche ''quote di Eni e Enel''. Altra misura da attuare nell'immediato, per l'economista, ''un grande piano di inserimento di 500 mila giovani nel mondo del lavoro, finanziato con tagli alle 'pensioni d'oro', che sono, a sua valutazione, quelle oltre sette volte il trattamento minimo Inps''senza versamenti sottostanti''. E poi le riforme: quelle istituzionali, come la lotta ai privilegi della varie caste e quella tributaria, agendo su deduzioni e detrazioni, ma anche tagli alle tariffe di assicurazione e costi dell'energia. All'attuale assetto Gurgeld oppone ''uno sviluppo con piu' equita', una crescita fondata su uno stato sociale, che se gestito bene puo' essere motore di sviluppo'', con un migliore rapporto tra tasse pagate dal cittadino e servizi in godimento, ''perche' oggi l'assistenza sociale va soprattutto ai piu' ricchi''. L'economista di Renzi si e' soffermato a sfatare la validita' di tanti luoghi comuni oggi imperanti come l'uscire dall'euro: ''ci costerebbe subito 60-70 miliardi in maggiori interessi sul debito''; piu' investimenti pubblici? Dal 2000 al 2010 abbiamo investito per 10 miliardi piu' della Germania, ma spendendo male, ''peggio che per la spesa corrente''; le imprese chiudono per l'alto costo del lavoro? Vero solo in parte: i 10 punti che ci distanziano dalla Germania sono dovuti all'inflazione; l'evasione fiscale in alcuni casi e' ''motore di sviluppo''; il taglio alla spesa ''discrezionale'': e' possibile, perche', ad esempio, l'esercito in Italia costa il doppio con meta' potenza di fuoco rispetto a quello di Israele. Un altro colpo ad un certo tipo di terziario e' venuto da Fabrizio Landi (Menarini Diagnostic): affidando a strutture ad hoc i 40 mila anziani lungodegenti, ''parcheggiati in ospedale'', che costano oggi mediamente 330 euro al giorno, la sanita' potrebbe risparmiare 150 euro al giorno a paziente, ''ma - osserva - salterebbero molti primari''.
© Riproduzione riservata
Utenti connessi: 2
Condividi: