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Pubblicato il 13/10/2012 07:07

Idv Lazio, Costantini: "Siamo noi la parte lesa"

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Il commento di Costantini dopo la nomina a commissario dell'Italia dei valori nel Lazio dopo le dimissioni di Vincenzo Maruccio da capogruppo, da consigliere della Regione Lazio e da segretario regionale del partito

"Sono stati commessi degli errori e non abbiamo difficolta' a riconoscerlo". Lo dice Carlo Costantini, appena nominato commissario dell'Italia dei valori nel Lazio dopo le dimissioni di Vincenzo Maruccio da capogruppo, da consigliere della Regione Lazio e da segretario regionale del partito. Maruccio e' indagato per peculato perche' si sarebbe appropriato di 500mila euro del gruppo politico che avrebbe girato sui suoi conti.

"Gli errori - ha detto Costantini a margine di una conferenza stampa a Pescara - possono essere di ordine politico procedurale e formale, nel caso in cui la persona interessata dimostrera', come afferma ripetutamente, di avere le pezze di appoggio per giustificare l'utilizzo di tutte le somme, e diventeranno di ordine penale se l'appropriazione delle somme non fosse stata funzionale a sostenere spese del partito. In quel caso dovra' essere punito severamente e noi stiamo collaborando con i magistrati".

"L'Idv e' la parte lesa, siamo noi i veri danneggiati da questa situazione: i simpatizzanti, gli iscritti e i militanti" al partito di Antonio Di Pietro", ha proseguito Costantini. "Quello appena ricevuto, ha detto Costantini, e' un "incarico autorevole, prestigioso ma anche gravoso, in vista delle elezioni dell'anno prossimo. Un impegno robusto che non distogliera' la mia attenzione dai compiti di capogruppo in Consiglio regionale in Abruzzo". Costantini ha fatto notare, tra l'altro, che "Maruccio si e' dimesso immediatamente", a differenza di "altri colleghi che hanno continuato a percerpire l'indennita' di consigliere in carcere".

L'Italia dei valori, dopo lo scandalo del Lazio, intende "trovare meccanismi per fare in modo che tutto questo non si ripeta piu'", ha aggiunto Costantini, che già lunedì presenterà "un meccanismo di selezione della classe dirigente. Il giudizio di una sola persona per la selezione della classe dirigente non basta piu', ne' basta quello di dieci persone che costituiscono l'ufficio di presidenza" - ha spiegato. Il partito di Antonio Di Pietro "sta costruendo un meccanismo di partecipazione attiva della rete per fare in modo che la storia di una persona emerga prima che e' stata eletta e non dopo, e che questa storia sia in qualche modo pubblica e consenta un processo di partecipazione democratica".

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