Il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, annuncia per il prossimo mese di settembre un'azione di pressione nei confronti del Governo nazionale affinche' ''apra una trattativa con l'Unione Europea per escludere dal patto di stabilita' fissato al 3% del rapporto deficit-Pil le spese sostenute per le calamita' naturali, visto che tra l'altro i terremoti ora sono capitati all'Italia, un Paese a rischio, ma in futuro potrebbe capitare, sperando sempre di no, anche ad altre nazioni''.
Cialente svela anche il testo del provvedimento che propone: ''In caso di calamita' naturale, per la quale l'Unione europea abbia trasferito somme dal fondo di solidarieta', lo Stato Membro e' autorizzato con proprie risorse a intervenire per la riparazione dei danni recati al patrimonio edilizio, all' ambiente e all'economia. Fino al limite di 20 volte di quanto stanziato dalla Ue con il fondo di solidarieta' non viene calcolato nell'ambito del patto di stabilita'''. Per Cialente, ''questa norma permetterebbe di ricostruire senza che lo Stato si accorga di nulla''. ''Bisogna rimuovere l'ostacolo modificando il trattato di Maastricht sulla base di una questione anche banale, se si vuole: una calamita' naturale non e' colpa del governo e l'Europa si dovrebbe preoccupare non di ricostruire per conto del Paese, ma di ricostruire escludendo le somme dal patto di stabilità''.
Cialente espone in concreto il piano, discusso anche in una riunione al ministero dell'Economia alla presenza dello stesso sindaco, dello staff del vice ministro, Stefano Fassina, e dell'economista statunitense Warren Mosler, autore della proposta. ''In riferimento alla somma di 1 miliardo 200 milioni, spalmati in 6 anni, stanziati grazie all'aumento delle accise sulle marche da bollo, noi diciamo 'non ce li date subito, ma attiviamo un meccanismo con le banche'. Siccome dal 2014 al 2019 al 'cratere' servono circa 10 miliardi di cui al mio Comune circa 6, a questo punto i Comuni contraggono un mutuo quarantennale con un pool di banche italiane, il cui premio sara' pari a quanto stanziato, cioe' i 200 milioni l'anno reperiti con le accise sulla marche da bollo e contemplando una percentuale di credito di imposta per queste stesse banche''. Secondo Cialente, ''in tal modo si ricostruirebbe L'Aquila avendo messo una modesta accise sulle marche da bollo. Non ci si accorgerebbe di nulla ma in compenso di avrebbe un incremento del Pil che aumenterebbe di molto di piu' dei 200 milioni anticipati. L'unico problema e' convincere l'Europa e in tal senso ci vuole un'azione forte''
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